Dopo l’abolizione lampo dei voucher lavoro, il governo studia una nuova regolamentazione per il lavoro occasionale, al momento privo di legislazione di riferimento: l’orientamento sembra quello di prevedere due diverse soluzioni, per le famiglie e per le imprese, e lo strumento su cui si lavora per adattarlo alle nuove esigenze è il lavoro a chiamata, eliminando gli attuali paletti di età e introducendo differenziazioni fra PMI e grandi imprese.
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Innanzitutto riassumiamo la situazione: il decreto 25/2017 ha abolito, dal 17 marzo, le norme sul lavoro occasionale. Il risultato è che non sono più acquistabili nuovi voucher lavoro, mentre si possono utilizzare fino al 31 dicembre quelli precedentemente acquistati. Nel frattempo c’è una vuoto legislativo, mancando una normativa di riferimento per il lavoro occasionale.
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Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti spiega che per le famiglie si studia:
«uno strumento molto semplice, dinamico ed agile per i cosiddetti ‘lavoretti’, in modo che se una famiglia ha bisogno per un’ora di una persona possa utilizzarla senza fare un contratto».
Per le imprese la situazione è più complessa. Come detto, l’idea è quella di estendere l’applicabilità del contratto a chiamata ad oggi riservato ai giovani fino a 25 anni oppure a lavoratori oltre i 55 anni, in tutti i casi con un limite di 400 giornate nell’arco di tre anni solari ed una serie di eccezioni per turismo, spettacolo e pubblici esercizi. Il Governo pensa di eliminare i requisiti di età estendendo la platea e prevedere procedure semplificate per le piccole imprese, con la possibilità d gestire l’intera procedura attraverso il portale INPS. Per le grandi imprese, invece, non ci saranno grosse modifiche rispetto all’attuale normativa.
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Il lavoro a chiamata tutela maggiormente il lavoratore rispetto ai voucher lavoro, prevedendo una retribuzione più alta – tra 20 e 25 euro l’ora contro i 10 euro lordi dei voucher – e una serie di diritti non compresi nella disciplina del lavoro occasionale, come ferie e malattia. Inoltre, non funziona su base oraria ma su base giornaliera.