In attesa della presentazione del DEF (Documento Economia e Finanza) atteso per il 10 aprile, la partita con Bruxelles sulla manovra correttiva della Legge di Stabilità non è ancora chiusa e si parla di una manovrina “light” corredata da una Legge di Bilancio più soft il prossimo autunno.
Lo scopo della manovra correttiva è sempre quello di correggere dello 0,2% il PIL, obiettivo di certo tutt’altro che semplice anche a fronte delle richieste dell’UE che puntano ad una correzione di 3,4 miliardi di euro per il 2017, pena l’apertura di una procedura d’infrazione.
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La revisione in rialzo delle previsioni sul PIL 2017 dall’1% all’1,1-1,2% dovrebbe però rimodulare l’entità della correzione a quota 0,18-0,17 punti di PIL, facendo scendere anche l’importo della manovra correttiva a non oltre 3 miliardi di euro. Per le misure da inserire nella “manovrina” si punta ad un rafforzamento dello split payment IVA (che dovrebbe comportare entrate per 1,3-1,4 miliardi di euro), alle misure anti evasione fiscale, a tagli di spesa e ad un aumento delle accise sui tabacchi.
Nella manovrina troveranno spazio anche delle misure per la crescita, anticipando il pacchetto che sarebbe dovuto arrivare con la Legge di Stabilità 2018 che, seguendo le linee che verranno definite con il DEF dovrà contribuire a centrare il target della riduzione del deficit strutturale e disinnescare le clausole di salvaguardia IVA (obiettivo per il quale sono necessari 19,5 miliardi di euro).
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Sul fronte della crescita si punta ad una nuova “riduzione costo del lavoro” con una decontribuzione, forse piena, in favore del primo impiego per gli under35, senza penalizzare le future pensioni, per tre anni. Altra ipotesi, alternativa a questa, è un taglio strutturale del costo che grava sulle imprese per il lavoro stabile, senza distinzione tra vecchi e nuovi assunti. Si ipotizza poi un ripristino nei premi di produttività della decontribuzione a favore delle imprese, da inserire già nel DEF. Il tutto a patto di reperire le risorse necessarie.