Mai come in queste settimane Facebook sembra essere diventato un focolaio di malware, spam e tecniche sfruttate per creare vere e proprie truffe online e non solo.
L’ultima novità arriva proprio in queste ore e ci parla di un’indagine svolta dalla Guardia di Finanza che sta analizzando una forma molto particolare di truffa utilizzata su Facebook in questi giorni, già famosa in altri Stati del mondo.
Si tratta del cosiddetto “parcelling“, un metodo che coinvolge gli utenti in modo molto pratico, tra l’altro facendo leva sulla buona volontà delle vittime e sulla voglia psicologica di fare del bene a favore delle persone più bisognose di noi.
I truffatori ci invitano a fare una buona azione, ospitando nelle nostre case dei prodotti tecnologici che ci dicono essere destinati a bambini africani o ospitati da orfanotrofi. Si tratta, in particolare, di cellulari, computer portatili e moltissimi altri oggetti che costano molto. In realtà tutti questi oggetti sono acquistati attraverso carte di credito clonate o i cui dati sono stati recuperati illecitamente.
Quando il proprietario della carta sporgerà una denuncia per un trasferimento di fondi che lui non ha effettuato, il nome che verrà rintracciato sarà quello della vittima che aveva solo l’intenzione di fare una buona azione, che si ritroverà invece indagata per truffa e furto.
La Guardia di Finanza, quindi, ricorda di riflettere a lungo prima di dare la disponibilità ad effettuare operazioni del genere accettando collaborazioni con gente che non si conosce. Inoltre è ovvio che le vere associazioni Onlus che si occupano di volontariato sono registrate all’Agenzia delle Entrate e il relativo elenco può liberamente essere consultato da chiunque.