Il referendum con i due quesiti su voucher lavoro e responsabilità solidale negli appalti si svolgerà il 28 maggio: la data è stata fissata dal Consiglio dei Ministri del 14 marzo. Si tratta dell’iniziativa promossa dalla Cgil, su cui si è pronunciata favorevolmente la Corte Costituzionale, che nello scorso mese di gennaio ha invece bloccato la strada della consultazione sull’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, del quale si chiedeva il ripristino in termini di tutele e reintegro sul posto del lavoro nei licenziamenti, scenario rivoluzionato dal Jobs Act con la riforma delle tutele crescenti.
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Il referendum, in relazione al quesito sui voucher, chiede l’abolizione dei buoni lavoro. Nel frattempo, in Parlamento si discute una legge che cambi la normativa, rendendo più selettivo il loro utilizzo per il lavoro accessorio. Il testo in Commissione lavoro alla Camera prevede, fra le altre cose, che l’importo dei voucher salga a 15 euro, riducendo a 5mila euro il tetto massimo di reddito annuo così accumulabile e limitando fortemente il loro uso nell’ambito d’impresa.
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Da sottolineare che la regolamentazione sui voucher lavoro, dopo il Jobs Act, ha già conosciuto una modifica: il correttivo dell’autunno scorso ha introdotto nuovi obblighi di comunicazione (almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione lavorativa) per scoraggiare il lavoro irregolare e, in generale, l’utilizzo scorretto di questo strumento, dopo il “sospetto” boom degli ultimi anni.
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Il secondo quesito referendario, sugli appalti, chiede l’abrogazione delle norme che limitano la responsabilità solidale fra appaltatore e appaltante nei confronti di tutto ciò che succede nei rapporti di lavoro.