Riconoscere sul piano giuridico, sanitario e amministrativo il disagio, per molte donne debilitante o addirittura invalidante, derivante dal periodo di ciclo mestruale, fino a concedere alle lavoratrici periodi di congedo legati allo stato di salute che, seppur transitoriamente, questo momento delicato può comportare. Questo l’obiettivo della proposta di legge depositata in Parlamento da alcune deputate facenti capo al gruppo parlamentare del Partito Democratico: presentata il 27 aprile 2016 alla Camera, è ora arrivata all’esame della Commissione Lavoro.
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Ovviamente non si può parlare di uno stato patologico, ma in alcuni casi gli effetti e i dolori del ciclo possono realmente impedire il regolare svolgimento delle mansioni lavorative; questa proposta di legge vuole quindi tutelare le lavoratrici maggiormente colpite, concedendo loro un mini-congedo per un periodo di massimo 3 giorni senza dover richiedere ulteriori certificati medici o permessi per motivare la propria assenza e soprattutto senza riduzioni di stipendio e/o contribuzione.
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Per avere diritto al mini-congedo, le lavoratrici, con contratto a tempo indeterminato, subordinato e parasubordinato, full o part-time, sia nel settore pubblico che privato, dovranno tuttavia presentare annualmente un preventivo certificato medico che attesti la dismenorrea, termine medico con cui vengono indicati i dolori associati al ciclo mestruale.