Entra nel vivo la campagna referendaria sui voucher lavoro, con il camper della Cgil in viaggio per il Paese, mentre a livello parlamentare si continua a discutere di possibili nuove leggi che evitino di andare alle urne. Mercoledì primo marzo è in agenda in commissione Lavoro alla Camera l’esame delle diverse proposte di modifica della disciplina del lavoro accessorio: l’obiettivo sarà quello di arrivare a un testo unico.
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C’è un punto comune a tutte le otto proposte depositate: limitare l’uso dei voucher lavoro, tornando in pratica alle norme che regolavano il lavoro accessorio nel 2003 (Legge Biagi). La proposta PD prevede di abbassare il tetto massimo per singolo lavoratore a 5mila euro, dagli attuali 7mila, lasciando intatto il limite di 2mila euro per ogni singolo committente. Molto simili i testi di Forza Italia e Lega. Il Movimento 5 Stelle propone di alzare il valore dei singoli voucher a 15 euro e di inasprire le sanzioni. Fra i principali punti di intesa fra le varie forze politiche: l’esclusione di alcuni settori dall’applicazione dei voucher lavoro, in primis edilizia e agricoltura (ritenuti maggiormente a rischio abusi). Resta più rigida la posizione di Sel, che invece propone l’abrogazione totale dei voucher lavoro, come il quesito referendario.
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La politica cerca di approdare a un testo di legge da approvare in tempo per evitare il referendum, di cui ancora deve essere fissata la data (fra il 15 aprile e il 15 giugno). Nel frattempo la Cgil ha avviato la campagna referendaria “Libera il lavoro. Con 2 Sì Tutta un’altra Italia” contro uno strumento che viene considerato un modo per mascherare come occasionali attività che tali non sono e non, (al contrario) per far emergere lavoro nero, mettendo a rischio il futuro previdenziale.
«Con un ticket di 10 euro si possono comprare persone disposte a lavorare anche per un’intera giornata, senza nessun rispetto delle regole contrattuali e senza sanzioni, perché tutto è permesso da una legge, il Jobs act, che ha di fatto legalizzato qualsiasi forma di sopruso».
Questa la denuncia Inca Cgil, che martedì 28 febbraio annuncia la presentazione di un’indagine sulla normativa attuale, l’impatto sul mondo del lavoro e sulle pensioni. La proposta del sindacato confederale sul lavoro accessorio: un contratto che assicuri pienezza contributiva, previdenziale e assicurativa.
Intanto gli ultimi dati dell’Osservatorio sul precariato INPS registrano un calo dell’utilizzo dei voucher lavoro rispetto al boom degli ultimi anni, provocato anche dal correttivo sul Jobs Act dell’autunno scorso che ha introdotto nuovi obblighi comunicativi per impedire abusi. Nel gennaio 2017sono stati venduti 8,9 milioni, livelli sostanzialmente analoghi a quelli di gennaio 2016 (8,5 milioni), con un modesto incremento del 3,9%. L’istituto previdenziale sottolinea che prosegue quindi:
«la forte flessione nella crescita della vendita dei voucher, sempre più marcata a partire da ottobre 2016», mettendola in relazione con con le correzione al Jobs Act previste dall’articolo 49, comma 3, del decreto legislativo 81/2015, «con cui sono stati introdotti obblighi di comunicazione preventiva in merito all’orario di svolgimento della prestazione lavorativa, divenuti operativi a partire dalla seconda metà di ottobre 2016».