Secondo la fotografia sulla previdenza complementare scattata dal fondo pensione PREVINDAI, le continue oscillazioni non trovano impreparati i dirigenti d’industria, che si dimostrano risparmiatori consapevoli su funzionamento e volatilità dei mercati finanziari, con una mostrano una ridotta avversione al rischio in ambito previdenziale.
La ricerca è stata presentata all’incontro “La previdenza complementare e il manager” organizzato da ALDAI-Federmanager ed ha coinvolto, tramite questionario, 15.000 manager aderenti al fondo. Come ha spiegato Oliva Masini, Direttore Generale PREVINDAI:
«Analizzandone i diversi fattori, si è confermata una rilevante quota di dirigenti con un profilo di rischio basso e forte avversione alle perdite: per loro i comparti assicurativi sono la giusta soluzione.C’è poi chi ha una tolleranza al rischio più elevata; sono dirigenti psicologicamente capaci a sopportare volatilità e perdite, che scelgono i comparti finanziari. Per loro le strategie di investimento vanno ottimizzate dal punto di vista risk adjusted e costruite per rispecchiare adeguati benchmark di riferimento».
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L’indagine ha dunque analizzato l’atteggiamento dei manager nei confronti dei rischi di natura finanziaria, rivelando che il 30% ha una buona tolleranza al rischio, più alta tra gli uomini che tra le donne, rispettivamente con 34 e 29 punti, su una scala da 3 (netta avversione) a 80 (totale propensione).
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Profili di rischio
CAMPIONE | |||
Basso | Medio | Medio-Alto | Alto |
9% | 62% | 28% | 1% |
Dal punto di vista della cultura finanziaria, la classe dirigenziale si dimostra competente con oltre il 50% in possesso di una conoscenza particolarmente elevata del rischio dei mercati finanziari ed il 13,9% con conoscenza molto approfondita. Le donne ottengono risultati meno brillanti.
Conoscenza del rischio
CAMPIONE | |||
Basso | Medio | Medio-Alto | Alto |
20,8% | 29,2% | 36,1% | 13,9% |
Come ha spiegato Romano Ambrogi, Presidente ALDAI-Federmanager:
«Stiamo valorizzando sempre di più la previdenza complementare prevista dal contratto di lavoro come strumento distintivo di welfare della bilateralità tra dirigenti e imprese. Negli anni è emersa la fondamentale necessità per la classe dirigente di tenersi costantemente aggiornata sulle evoluzioni di mercato: sia a livello industriale sia finanziario, vista la correlazione diretta che ormai lega questi due ambiti in maniera sempre più simbiotica».