Army Medical Center: i dati dei pazienti sono diffusi illegalmente

di Gianluca Rini

Pubblicato 9 Giugno 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:49

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Le informazioni personali di circa mille pazienti dell’ospedale Walter Reed Army Medical Center, negli Stati Uniti, potrebbero essere state diffuse attraverso reti di file sharing. È il risultato di un’analisi effettuata dagli investigatori dello stesso ospedale, che hanno immediatamente lanciato l’allarme, pubblicando la notizia sul sito Internet ufficiale dell’ospedale.

I vertici del centro ospedaliero avvisavano:

Risultati preliminari di un’analisi investigativa hanno identificato un computer dal quale i dati possono essere stati apparentemente compromessi.

Una dichiarazione semplice, chiara e diretta, che però è stata rimossa, dopo pochi giorni, dal sito, molto probabilmente per evitare ulteriori allarmismi.

L’organizzazione ha comunque moltissimi modi per monitorare il lavoro degli impiegati e l’uso di software non autorizzati sulla rete del sistema. I firewall installati su tutti i computer controllano costantemente il traffico di dati fuori e dentro la rete e trovare gli eventuali colpevoli dello scambio di dati attraverso software di peer-to-peer non sarà quindi complicato per il reparto sicurezza dell’ospedale.

Le informazioni diffuse non contengono dati protetti riguardanti lo stato di salute dei pazienti, come report medici, diagnosi o prognosi

Lo ha assicurato Patricia Horoho, direttrice del reparto sicurezza del Walter Reed, che ha autorizzato la diffusione della notizia qualche giorno fa.

Bryan Thornton, direttore della sicurezza di idCure, una compagnia che aiuta varie associazioni americane e i consumatori in generale a effettuare un’attività di prevenzione contro i rischi di sicurezza, ha affermato che il Walter Reed ha un programma di sicurezza molto robusto all’interno della rete e che gli esperti hanno fatto tutto il possibile negli ultimi dieci anni per garantire la privacy dei pazienti, ma quello che è successo dimostra che in realtà qui il problema non è rappresentato dai sistemi di sicurezza utilizzati in rete, ma dagli impiegati che superano facilmente le protezioni per compiere atti illegali.