Sembra essere finita l’epoca dei tassi di interesse dei mutui ai minimi storici: a gennaio 2017 i tassi fissi offerti dalle banche sui mutui per l’acquisto di un immobile sono saliti, pur rimanendo sempre bassi, mentre quelli a tasso variabile per ora sono ancora stabili. Una ripresa dei tassi di interesse era tuttavia prevedibile: il 2016 è stato caratterizzato da valori storicamente al minimo per i costi dei finanziamenti, con tassi variabili sotto l’1% e tassi fissi intorno all’1,50%, pertanto un rialzo era da mettere in conto.
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Entrando nel dettaglio, secondo le stime, non si prevedono grandi cambiamenti almeno per un paio di anni per il tasso Euribor, che misura il costo del denaro per le brevi durate e al quale sono legati i mutui a tasso variabile, mentre a cambiare sarà soprattuto l’Eurirs a dieci anni, al quale sono legati i mutui a tasso fisso. Cambiamenti al rialzo già in atto, la lenta risalita era già iniziata nel corso del 2016, per poi produrre effetti a partire da quest’anno.
Questo andamento potrebbe proseguire nei prossimi mesi per effetto della combinazione di alcuni fattori, tra i quali la diminuzione per tutto il 2017 dell’importo del Quantitative Easing (QE) della BCE, l’operazione con la quale la Banca Centrale Europea acquista di titoli di Stato dalle banche con lo scopo di immettere nuovo denaro nell’economia incentivando i prestiti bancari verso le imprese e facendo crescere l’inflazione. Dall’operazione di QE dipendeva infatti anche il calo dei tassi di interesse su mutui e prestiti. Ora però la BCE ha tracciato un quadro di progressiva ripresa dell’economia decidendo di conseguenza di ridurre gli interventi in questa direzione.
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Una ripresa comunque lenta, alla quale fa da contraltare una lenta risalita dei tassi dei mutui: nel 2017 accendere un mutuo continuerà ad essere di gran lunga più conveniente degli anni passati e altrettanto favorevole sarà cambiare mutuo con la surroga.