Si lavora ancora sulle pensioni in Parlamento e più in particolare sulla flessibilità di uscita dal mondo del lavoro. Tra le proposte in stallo quelle sulla Quota 100, con due Ddl simili: quello presentato da Lega Nord (ddl 2955) e quello sostenuto dall’ex ministro del Lavoro e attuale Presidente della commissione Lavoro della Camera dei Deputati, Cesare Damiano, (ddl 2945).
Il principio che sta alla base delle due proposte è di ripristinare il sistema delle quote, ovvero della somma tra età anagrafica del lavoratore e anzianità contributiva per determinare il requisito di accesso alla pensione, senza applicazione della finestra mobile.
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Il Progetto Pensioni Quota 100 promosso da Cesare Damiano prevede la reintroduzione di una maggiore flessibilità di accesso alla pensione, con la possibilità di anticipare l’età pensionabile per i lavoratori iscritti presso i fondi di previdenza gestiti dall’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) i fondi sostitutivi ed esclusivi della medesima, a partire da 62 anni di età.
Con la Quota 100, i lavoratori potrebbero andare in pensione con un’età anagrafica minima di 62 anni e 35 anni di contributi, a questi requisiti va aggiunto i numero di anni, di contributi o di età, necessari per il perfezionamento della quota 100.
Ad esempio si potrebbe andare i pensione con 62 anni anagrafici e 38 anni di contributi, o con 65 anni e 35 anni di contributi, o tutte le altre vie di mezzo.
Per i lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla Gestione Separata per poter accedere alla pensione viene chiesta la Quota 101 con almeno 63 anni di età.
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Simile il progetto di legge presentato dalla Lega, sempre basato sulla Quota 100, che però abbassa i requisiti anagrafici a 58 anni con 35 di contributi, includendo di fatto anche i precoci. Si tratterebbe di un sistema più flessibile, ma anche più oneroso.