La ricongiunzione dei contributi onerosa dal 2010 ha subito un crollo delle domande dell’80% (del 90% fra i dipendenti pubblici) in virtù degli eccessivi costi richiesti. Il punto è stato fatto da Luigi Bobba, sottosegretario al Welfare, nel corso di un’interrogazione parlamentare in Commissione Lavoro alla Camera: nel 2011 le domande di ricongiunzione onerosa erano circa 4.800, nel 2016 appena 876.
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E’ stato il decreto legge 78/2010 a istituire, dal primo luglio di quell’anno l’onerosità della ricongiunzione, fino a quel momento gratuita, al fine di far confluire i versamenti contributivi in diverse gestione nell’ultimo ente previdenziale di appartenenza, che alla fine erogherà la pensione, non prevedeva oneri per l’assistito. Altro elemento che ha contribuito a disincentivare la ricongiunzione è stata l’equiparazione dell’età pensionabile delle lavoratrici del settore pubblico e privato, contenuta nella Legge Fornero di fine 2011.
Dal luglio 2010 (quando l’operazione è diventata onerosa) fino a fine 2016, sono state 15.851 le domande di ricongiunzione accolte, di cui 7.841 a onere zero. Il costo medio delle operazioni, su capitale e interessi, calcolato tenendo conto anche delle domande ad onere zero, è risultato pari a circa 10.700 euro. Le domande definite con pagamento integrale dell’onere sono state 3.563, quelle con trattenuta in corso sulla pensione 623 (importo medio della trattenuta 368 euro).
Per quanto riguarda le gestioni pubbliche, il dato generale è passato dalle oltre 10mila domande del 2011 alle 1.096 del 2016, con un calo del 90%. Nell’intero periodo, sono state 38.535 le domande di ricongiunzione accolte, di cui 22.899 riguardanti donne e 15.636 uomini. Più basso, rispetto al privato, il costo medio di ricongiunzione, 7.450 euro, tenendo conto anche delle 6.910 domande a onere zero. Nel privato il rapporto fra uomini e donne è opposto: 6.346 domande di lavoratrici, 9.505 di lavoratori.
L’andamento delle ricongiunzioni onerose difficilmente cambierà nei prossimi anni, anche in considerazione del fatto che la Legge di Stabilità 2017 ha introdotto il nuovo cumulo contributi gratuito anche per il raggiungimento della pensione anticipata (prima consentiva di agganciare solo la pensione di vecchiaia, e non riguardava le casse private dei professionisti), che è gratuito e consente di sommare le contribuzioni versate in diversi enti previdenziali, pur con la differenza fondamentale rappresentata dal calcolo della pensione, che con la ricongiunzione è basato sulle regole dell’istituto in cui confluiscono le contribuzioni, con il cumulo si calcola pro quota in base a quanto prevedono i singoli enti previdenziali.
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Ricordiamo che la manovra consente inoltre di passare al cumulo anche a coloro che avevano già iniziato la pratica di ricongiunzione onerosa, a condizione che non abbiano ancora terminato i versamenti, con il diritto alla restituzione di quanto già versato. Si attendono, sul cumulo, i provvedimenti applicativi, anche da parte delle gestioni previdenziali dei professionisti.