Raddoppiano nel 2017 gli stanziamenti antiusura che il ministero del Tesoro mette annualmente a disposizione di Confidi e Terzo Settore: 25 milioni di euro le risorse di quest’anno, che per lo più (il 70%) andranno ai Confidi, mentre il resto alle altre realtà. In particolare, i fondi vanno a 125 Confidi e 36 fra associazioni e fondazioni per facilitare l’accesso al credito di famiglie e imprese maggiormente esposte al rischio usura a causa di difficoltà economiche.
Si tratta del finanziamento del Fondo di prevenzione dell’usura del Dipartimento del Tesoro, che dal 1998 a oggi ha erogato oltre 600 milioni di euro finalizzati alla concessione di garanzie. I contributi sono ripartiti sulla base di indicatori che tengono conto dell’efficienza nella capacità di utilizzo dei fondi riscontrata in passato e dell’indice del rischio usura presente nell’ambito territoriale dove opera l’ente assegnatario.
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Il moltiplicatore medio misurato fino a oggi è pari a 3,2: a fronte dei 600 milioni del Fondo, sono stati garantiti prestiti per un importo complessivo di 1,9 miliardi di euro. L’elenco dei beneficiari è pubblicato sul sito del ministero (clicca qui).
Nel 2016 le risorse assegnate al Fondo antiusura erano state pari a 12 milioni, circa la metà rispetto ai 25 milioni del 2017. L’ammontare dello stanziamento del Fondo varia di anno in anno a seconda degli incassi da sanzioni amministrative antiriciclaggio e valutarie (articolo 1, comma 385, legge 266/2005) e delle eventuali restituzioni per inattività biennale dell’ente (articolo 1, comma 386, legge 266/2005). Il ministero sottolinea che in Italia esiste «un efficace sistema di rilevazione delle violazioni della normativa antiriciclaggio e un circolo virtuoso che permette la riutilizzazione in funzione sociale delle sanzioni riscosse».
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Ricordiamo che in base agli ultimi dati Eurispes (relativi al 2015, pubblicati nel settembre 2016), il mercato dell’usura in Italia vale 82 miliardi di euro. Per quanto riguarda le imprese, le categorie più colpite sono commercianti, piccoli artigiani, aziende dell’agricoltura. Il 10% delle imprese agricole italiane nel 2015 ha chiesto un prestito a un usuraio, per una somma totale pari a 2,25 miliardi 8ne sono stati restituiti 4,95). Percentuale simile (una su dieci) anche per il commercio e i servizi, con un totale prestato pari a 5 miliardi (11 miliardi di euro restituiti).
Le Regioni a maggior rischio restano quelle del Sud e le isole, ma il fenomeno è in rapida espansione nel Centro, tanto che la città più colpita dall’usura nel 2015 è stata Parma, seguita da Crotone, Siracusa, Foggia, Trapani, Vibo Valentia, Palermo, Avellino, Catania, Caltanissetta.
Per approfondire, il report Eurispes