Una nostra utente percepisce una pensione di reversibilità riconosciutale alla morte del marito di € 480,00 mensili. Attualmente ha 63 anni e per la sua carriera lavorativa come operaia ha maturato 13 anni di versamenti contributivi. Chiedo la cortesia del vostro parere su cosa si potrebbe fare per consentirle il ricevimento di una pensione integrativa, oppure sarà possibile per questa utente ricevere anche la pensione sociale oltre a quella di reversibilità quando matureranno i termini?
Per quanto riguarda la pensione sociale, la vostra assistita ha un reddito troppo alto per la compatibilità (seppur di poco).
La pensione sociale spetta in misura intera a chi non ha reddito e in misura ridotta a chi ha invece redditi inferiori a determinate soglie (per il 2016, 5.824,91 euro per le persone non coniugate, che equivalgono a 448,07 euro mensili).
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Non escluderei del tutto la possibilità di costituire una pensione integrativa: dovreste cercare un fondo che prevede l’adesione anche da parte di pensionati oppure aprire una posizione individuale e capire se le condizioni sono convenienti. In genere, sono necessari almeno cinque anni di versamenti.
Come regola generale, non si possono cumulare i contributi propri con quelli del coniuge (neppure con la reversibilità) al fine di ottenere un montante maggiore e quindi un assegno più congruo.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz