Leggevo qualche giorno fa, su AGI news (l’Agenzia Giornalistica Italiana), di un attacco da parte di criminali informatici (mi rifiuto di usare il termine hacker perché improprio e inadatto al contesto) di un attacco informatico avvenuto ai danni del Comune di Firenze.
8 milioni di mail di SPAM sono arrivate al server del comune, che (nonostante tutti gli accorgimenti presi) sta subendo rallentamenti e disguidi.
Un attacco non previsto e sovradimensionato rispetto alle caratteristiche della rete di sicurezza e dei filtri anti-spam che garantiscono (o che dovrebbero garantire) l’affidabilità della rete civica.
L’assessore all’informatica Lucia De Siervo, scusandosi, ovviamente, per i disservizi e i disguidi causati, ha recentemente dichiarato, riferendosi alla perdita possibile delle mail considerate erroneamente come “falsi positivi”:
«Per questo motivo e per gli altri problemi connessi, alcune mail inviate potranno essere andate perse e quindi per sicurezza, sarebbe opportuno rinviarle agli indirizzi mail desiderati»
Ora, il sottoscritto non sa come funzioni esattamente la rete di sicurezza del Comune toscano, ma mi sento comunque di dover fare alcune osservazioni. Come prima cosa vorrei sottolineare quella che a mio parere è una situazione molto grave. Un comune, specie se di grossa importanza come quello di Firenze dovrebbe garantire un servizio e una determinata qualità.
Il sito web del comune fa parte di questa qualità, non solo per i turisti, ma per gli stessi cittadini che devono appoggiarsi a servizi online subiscono un “danno”. Non si è trattato (ovviamente) di un disguido irreparabile, ma il semplice fatto che sia avvenuta una cosa del genere rappresenta l’indice di una situazione non proprio rosea.
C’è da sperare che una situazione del genere non si ripeta e che l’amministrazione comunale sia in grado di porre definitivamente fine al fenomeno e ai rischi ad esso connessi. Come?
Garantendo un sistema incrociato di filtri e implementando soluzioni che garantiscano una protezione maggiore non solo a livello di SPAM ma anche a livello di codici maligni.
In ogni caso, una notizia che fa riflettere: se un comune, come Firenze, può essere duramente colpito, immaginiamo cosa potrebbe succedere ad un utenza business di livello medio o piccolo.
Le ripercussioni potrebbero essere molto più sentite e provocare danni economici anche maggiori. Per questo la protezione deve essere sempre all’ordine del giorno, nei comuni, a casa nostra e sul posto di lavoro.