Gli aggiornamenti di Windows non si fermano mai

di Alessandro Vinciarelli

Pubblicato 14 Giugno 2007
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:50

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La politica delle continue patch di Microsoft continua imperterrita anche con la nuova versione del sistema operativo Vista e con la nuova versione del browser Web Internet Explorer 7.

Questo non sarebbe un male perché significa che Microsoft è un’azienda attenta ai possibili pericoli presenti nella rete e alle possibili contromisure da adottare. Significherebbe che tiene ai propri utenti e che crede che il continuo aggiornamento possa garantire un livello di protezione sufficientemente alto.

Se però usciamo da questa nota di romanticismo ci accorgiamo che sul rovescio della medaglia resta il fatto che gli aggiornamenti necessari iniziano ad essere troppi. L’ignaro utente viene quasi bombardato da aggiornamenti che modificano in parte il sistema operativo e le applicazioni sotto i suoi occhi.

Senza contare che un conto è la realtà individuale e domestica dove l’utente finale stesso provvede a gestire in qualche modo gli aggiornamenti, un conto è la realtà aziendale nella quale gli amministratori di sistema devono mettere mano a centinaia di computer collegati in rete. Per questa ragione l’idea di Microsoft è stata quella di proporre a tutti un bollettino mensile nel quale riassumere gli interventi che le patch apporteranno.

Tornando alle patch pochi giorni fa la Microsoft ha rilasciato ben quattro patch che risolvono un numero imprecisato di vulnerabilità.

Senza entrare nel merito, in particolare due di loro intervengono sulle vulnerabilità del sistema operativo Vista, una terza ripara alcuni problemi di Internet Explorer 7, mentre l’ultima riguarda Windows XP Service Pack 2, Windows XP Professional x64.

In realtà a queste si aggiungono due ulteriori patch per coprire le vulnerabilità di Visio 2002 e Visio 2003.

Come al solito quindi c’è chi elogia i pregi di questa scelta di continui aggiornamenti e chi al contrario ne evidenzia i difetti. Di certo l’evidenza che il trend non sembra fermarsi e che la politica di Microsoft non stia cambiando.