L’anticipo pensionistico APE può essere utilizzato anche dai lavoratori part-time, che possono quindi ridurre l’importo del trattamento, rendendolo un’integrazione allo stipendio a tempo parziale. In pratica, par di capire, un lavoratore può decidere di passare al tempo parziale, riducendo quindi orario di lavoro e retribuzione, e contemporaneamente ritirarsi in anticipo prendendo l’APe parziale.
Per conoscere nel dettaglio il provvedimento, bisogna attendere il testo della Riforma Pensioni in Legge di Stabilità 2017 atteso alla Camera questa settimana (con un notevole ritardo rispetto alla data prevista del 20 ottobre). Nel frattempo, vediamo come si delinea il provvedimento in base alle anticipazioni.
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L’anticipo pensionistico APe partirà nel prossimo mese di maggio 2017: potranno sceglierlo i lavoratori che hanno raggiunto i 63 anni, andando quindi in pensione con un anticipo di 3 anni e 7 mesi rispetto all’attuale requisito (66 anni e 7 mesi). Ci vogliono 20 anni di contributi versati. Il lavorare può anche effettuare la seguente scelta: passare dal tempo pieno al part-time, e prendere l’APE per integrare lo stipendio. In pratica, negli ultimi anni prima della pensione lavorerà part-time e percepirà anche l’anticipo pensionistico, al 50%, che poi restituirà in rate ventennali quando matura la pensione vera e propria.
Quello appena descritto è sostanzialmente il meccanismo dell’APE, la misura fondamentale della Riforma Pensioni: anticipo pensionistico, che poi si restituisce quando matura l’assegno previdenziale definitivo. In base ai calcoli, la restituzione del prestito comporta un taglio intorno al 4-5% sulla pensione definitiva per ogni anno di anticipo. Il costo dell’operazione è in parte mitigato da un sistema di detrazioni fiscali. L’APE è un intervento sperimentale per due anni, 2017 e 2018, ed è finanziato dal privato. Il lavoratore – pensionato percepisce il trattamento dall’INPS, ma il finanziamento arriva dalle banche, garantite da un sistema di assicurazioni.
Altre opzioni APE
Ci sono poi, come è noto, altre due forme di anticipo pensionistico: l’APE aziendale, che riguarda pensionamento anticipati stabiliti nell’ambito di ristrutturazioni aziendali, e che è a carico dell’impresa, e l’APE sociale, che è invece pagato dallo stato, ed è destinato a disoccupati senza ammortizzatori sociali, lavoratori con invalidità superiore al 74%, soggetti dediti all’assistenza di congiunto con handicap grave. In tutti i casi appena descritti, è necessaria un’anzianità contributiva di almeno 30 anni. L’APE sociale è destinato anche a lavoratori dediti ad attività particolarmente gravose, ma in questo caso ci vogliono 36 anni di contributi.
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Infine, in manovra ci sono una serie di altre misure:
- 14esima: aumento del 30%, ed estensione della platea ai pensionati fino a mille euro di reddito al mese (oggi l’asticella è a 750 euro circa, 1,5 volte il minimo);
- Aumento no tax area a 8mila 125 euro;
- cumulo gratuito contributi per lavoratori che hanno versamenti in gestioni previdenziali diverse: il calcolo viene fatto pro rata con le regole di ciascun ente previdenziale;
- agevolazioni lavori usuranti;
- pensione anticipata lavoratori precoci: si riferisce a lavoratori che avevano almeno un anno di contributi versati al compimento dei 19 anni, che possono ritirarsi con 41 anni di contributi.