Requisiti troppo rigidi per l’APe Social: la Legge di Stabilità 2017 approvata in CdM il 15 ottobre (schema di Legge di Bilancio) ha confermato quanto lamentato dalla Cgil al termine del vertice del 14 ottobre sulla Riforma Pensioni. Il requisito anagrafico è lo stesso dell’APE volontario: 63 anni e 7 mesi mentre quello contributivo è molto più stringente.
Se per l’APE volontario (a carico del lavoratore) bastano 20 anni di contributi versati, l‘asticella contributiva per l’accesso alla prestazione sociale (a carico dello Stato) è pari a 30 anni di contributi versati:
- per disoccupati senza ammortizzatori sociali,
- per disabili e parenti di primo grado e conviventi di disabili.
=> Riforma Pensioni: APe da maggio 2017
I contributi necessari salgono a 36 anni nel caso di contribuenti in costanza di lavoro che svolgono attività usuranti e gravose (almeno gli ultimi 6 anni di contributi versati devono riguardare attività pesanti). Un requisito fin troppo stringente rispetto ai 20 anni necessari per l’APe Volontaria. Ricordiamo che le categorie di lavori pesanti che hanno accesso all’APe Social, oltre a quelle che già erano classificate come attività usuranti, sono state identificate:
- edilizia,
- marittimi,
- alcune categorie di infermieri,
- scavatori,
- facchini,
- macchinisti,
- autisti di mezzi pesanti,
- maestri scuole dell’infanzia.
Stringenti anche i requisiti per i lavoratori precoci, che potranno accedere alla pensione anticipata con 41 anni di contributi solo disoccupati senza ammortizzatori / disabili o con disabili a carico / impegnati in attività usurante.
Non solo: l’APe è a carico dello Stato (non è dovuta nessuna restituzione del prestito pensionistico) – dunque a costo zero – solo per pensioni fino a 1.500 euro lorde, mentre per redditi previdenziali più alti intervengono le rate di restituzione limitatamente alla somma eccedente.
=> Legge di Stabilità 2017, guida alle misure
Secondo le stime del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, nell’APe Social rientreranno “circa 35mila persone l’anno”, a cui si aggiungono 25mila precoci che agganceranno la pensione con 41 anni di contributi. Stime alternative, tuttavia, limitano a soli 25mila contribuenti il perimetro dei beneficiari. Riassume Nannicini, in relazione alle critiche della Cgil:
«sulla previdenza ci saranno 7 miliardi, quindi più dei 6 annunciati. E anche la Cgil condivide sei misure: cumulo, precoci, usuranti, penalizzazioni, 14esima, no tax area, mentre esprime riserve su due, APe e APe social».
Quali che siano le cifre corrette, sicuramente la platea è limitata dall’introduzione del paletto contributivo. Tra gli esclusi della Riforma Pensioni, almeno per adesso, sembrano esserci anche i potenziali beneficiari del cumulo gratuito dei contributi versati in diverse casse previdenziali: secondo le prime anticipazioni la misura riguarda solo i lavoratori INPS e non i professionisti o altre figure iscritti alle casse di categoria o gestioni separate non INPS.