Addio Equitalia con la Legge di Stabilità 2017: alla vigilia della sua approvazione il 15 ottobre in CdM, il premier Matteo Renzi ha infatti anticipato:
«un intervento importante per l’abolizione di Equitalia e la creazione di un diverso tipo di agenzia».
L’abolizione di Equitalia porterà alla creazione di un modello diverso:
«con interventi di organizzazione del rapporto cittadino e pubblico ufficiale».
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Secondo le anticipazioni degli ultimi giorni, la riscossione passerà sotto il diretto controllo dell’Agenzia delle Entrate, di cui Equitalia diventerà in pratica un dipartimento.
La riorganizzazione della riscossione è già partita, e per esempio, spiega Renzi, dal 7 novembre per essere avvisati di eventuali ritardi nei pagamenti i contribuenti riceveranno un SMS.
Per il resto, Renzi ha annunciato – parlando all’assemblea dei sindaci ANCI – che in Legge di Bilancio ci saranno 21 miliardi sui progetti per le periferie entro il 2017, ed anche:
«il fondo pluriennale vincolato, misura che sblocca investimenti vostri per 1,4 miliardi».
Fra gli altri annunci: assunzioni pubbliche di 10mila tra infermieri, poliziotti e forse medici. Fra gli altri capitoli in discussione per la Legge di Bilancio c’è ovviamente la Riforma Pensioni, con un vertice tecnico la mattina di venerdì 14 ottobre che ha affrontato il tema dell’APE sociale. Fra le altre misure già annunciate: IRES al 24%, sgravi per le imprese, detassazione premi di produttività rafforzata, nuove agevolazioni sulle assunzioni. Sul fronte fiscale, proroga delle detrazioni per ristrutturazioni edilizie e riqualificazioni energetiche e voluntary bis.
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In tutto, si prepara una manovra da 24,5 miliardi. Per i dettagli bisogna attendere la prossima settimana: il governo approva la manovra sabato 15 ottobre e la invia a Bruxelles, poi entro il 20 ottobre la presenta alle Camere. L’esecutivo ha già incassato nei giorni scorsi il via libera del Parlamento per utilizzare uno 0,4% in più di flessibilità sul deficit, da destinare alla ricostruzione post terremoto, e non si esclude che almeno una parte di queste risorse aggiuntive vengano direttamente inserite in manovra. Attualmente, il DEF stima un deficit/PIL 2017 al 2%.