Referendum: elezione Presidente della Repubblica

di Barbara Weisz

6 Ottobre 2016 09:00

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Speciale Referedum 4 dicembre: guida al nuovo sistema di elezione del Presidente della Repubblica, potenzialmente più "manovrabile" dalle forze di maggioranza.

La riforma su cui si vota al referendum costituzionale del 4 dicembre prevede un nuovo metodo di elezione del Presidente della Repubblica cambia il quorum necessario): nelle prime tre votazioni serve la maggioranza qualificata dei due terzi dei parlamentari, dalla quarta alla sesta dei tre quinti dell’assemblea, dalla settima in poi i tre quinti dei presenti.

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Nuovo quorum

Il nuovo metodo comporta il potenziale rischio di eccessivo accentramento di poteri nelle mani di chi è al Governo, che da fatto ha i numeri per eleggere anche il Presidente della Repubblica visto che, al posto della maggioranza assoluta dei parlamentari richiesta oggi dalla quarta votazione in poi (dall’articolo 83 della Costituzione), dal settimo scrutinio basterebbero i tre quinti dei presenti.

Maggioranza favorita

A fronte di un criterio così elastico (contano i “votanti” e non i “deputati eletti”) è richiesta però una maggioranza più alta, il 60%. Facciamo un esempio su 730 elettori (630 deputati e 100 senatori). La maggioranza assoluta sarebbe pari a 365. Il 60%, ipotizzando che siano presenti tutti gli aventi diritto, è pari a 438. Se però al momento del voto risultano assenti 100 parlamentari bastano 368 preferenze per eleggere il presidente della Repubblica (il 60% dei 630 presenti ). Anche con 100 parlamentari in meno, il numero di voti assoluti necessari per eleggere il presidente è ancora superiore al 50% degli aventi diritto. Se si assentano 150 deputati, i votanti su cui calcolare il quorum del 60% diventano 580, con quorum che scende a quota 348.

Quirinale

Non cambiano solo i quorum parlamentari, ci sono modifiche anche ai poteri del Quirinale: con la nuova legge, può scogliere solo la Camera (e non più anche il Senato, che nella riforma non è più eletto direttamente). La seconda carica dello Stato non è più la presidenza del Senato ma quella della Camera.