Continuano le difficoltà di accesso al credito per le PMI italiane, nonostante le buone premesse del 2015 che avevano fatto bene sperare rispetto agli anni più neri della crisi economica. Lo scorso anno, infatti, erano arrivati a quota 34 miliardi di euro, ma le ultime statistiche sono di nuovo poco confortanti, al pari di altri indicatori dell’economia reale, quali export, investimenti, consumi e crescita del PIL (zero nel secondo trimestre 2016).
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Tra gennaio e luglio 2016 c’è stata una flessione dei prestiti alle imprese pari a 17 miliardi di euro, nonostante i tassi di interesse siano più favorevoli che mai, avendo raggiunto i minimi storici. In generale sofferenze e bassa redditività stanno portando le banche ad effettuare una selezione stringente per l’erogazione del credito, concedendo prestiti solo alle aziende più solide.
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Fa riflettere però che, effettuando un confronto con altre realtà in Europa, ci si accorga che in Paesi affini all’Italia per quanto riguarda sia i tassi di interesse che la crescita del PIL, come Francia e Germania, si registra un incremento nell’erogazione di prestiti.
Nonostante in Italia invece vi sia stato un calo delle erogazioni di credito alle azienda, l’ISTAT ha registrato un aumento della fiducia, con un buon +12% di imprese che ritiene che l’accesso al credito sia più favorevole, contro il 2% rilevato nel 2012.
Tra i settori nei quali si registra la più pesante incidenza delle sofferenze c’è quello delle costruzioni con un -8,73% di erogazioni. Va meglio per i settori dell’industria alimentare e degli autoveicoli e mezzi di trasporto che registrano rispettivamente un incremento del +2,85% e +6,05%.