Estensione del bonus 80 euro ai pensionati con redditi bassi, nuovo paniere ISTAT per la rivalutazione delle pensioni che tenga meglio in considerazione i consumi dei pensionati, aumento della “No Tax Area”, adeguamento agli standard europei delle pensioni minime: sono le quattro richieste fondamentali avanzate al Governo dal CUPLA, Comitato Unitario Pensionati Lavoro Autonomo, nel corso del convegno “Anziani attivi, ma cresce il disagio“. Al centro dei lavori, uno studio del CER (Centro europeo ricerche), sugli attuali meccanismi di rivalutazione pensioni.
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Un pensionato con imponibile annuo di 15mila euro viene gravato da un’imposta personale maggiore di circa 100 euro al mese rispetto a un dipendente di pari reddito. Le pensioni medio-basse, al netto del prelievo fiscale, negli ultimi cinque anni hanno registrato un calo del reddito reale di 70 euro al mese. Ecco qualche dato preciso sulla perdita di potere d’acquisto:
- – 3% per le pensioni di mille euro al mese;
- – 4% per gli assegni da 1.500 euro;
- – 8-9% per le pensione più alte: qui al prelievo fiscale si aggiunge la parziale indicizzazione.
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Ecco nel dettaglio le proposte per la pensione autonomi del CUPLA, che riunisce otto associazioni (Anp Cia, Anpa Confagricoltura, Federpensionati Coldiretti, Anap-Confartigianato, 50ePiù Confcommercio, Cna Pensionati, Fipac Confesercenti, Fnpa Casartigiani). In primis, estendere il bonus di 80 euro al mese ai pensionati che percepiscono assegni tra 6,5 e 10 mila euro (imponibile). Per pensioni sopra i 10mila euro, bonus decrescente, fino ad azzerarsi a quota 12mila euro. La misura coinvolgerebbe 3,2 milioni di pensionati. Costo finanziario per le casse pubbliche: 2,6 miliardi. Il ministero del Lavoro Giuliano Poletti, presente al convegno, ha subito fatto presente che l’esecutivo non ha «all’ordine del giorno gli 80 euro sulle pensioni», ma ha aggiunto: «stiamo studiando un meccanismo per sostenere gli assegni più bassi. L’obiettivo è il medesimo e lo faremo nella prossima legge di bilancio».
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Per quanto riguarda un paniere ISTAT più orientato ai consumi dei pensionati e, più in generale, delle persone a basso reddito, la proposta è quella di dare più peso a beni alimentari, energetici e sanitari. Andrebbe poi conseguentemente calcolato l’indice di perequazione delle pensioni, in modo da garantire un potere d’acquisto stabile nel tempo. «Ragioneremo insieme», ha dichiarato Poletti, «si tratta di una normativa stratificata nel tempo che però va rivista».
Sul confronto con le pensioni europee, il CUPLA segnala che il Comitato per i Diritti Sociali del Consiglio europeo ha denunciato la violazione in Italia della Carta Sociale Europea, in base alla quale i minimi pensionistici non devono essere inferiori al 40% del reddito medio nazionale, quindi a 650 euro, mentre le pensioni minime sono a 502 euro.
Lo studio del CER fornisce anche una mappa delle pensioni basse in Italia: in tutto il paese, un pensionato su due vive con meno di mille euro al mese, mentre nelle aree rurali si registra la massima concentrazione di pensioni minime, inferiori ai 500 euro mensili. In Basilicata, il 78% dei pensionati percepisce un’indennità che è inferiore di un terzo alla minima. Sette pensionati su dieci nelle aree rurali sono a rischio povertà o esclusione sociale.