Affittare casa per brevi periodi ai turisti, magari tramite siti come Airbnb e Homelidays, nel Lazio non comporta particolari oneri burocratici: si tratta di attività privata non soggetta a vincoli stringenti e quindi basta inviare apposita comunicazione all’Agenzia Regionale del Turismo e al Comune. Niente SCIA, né iscrizione al sito visitlazio.com, né tassa di soggiorno per i turisti. I chiarimenti, forniti di recente, aiutano a far luce su un intricato scenario in evoluzione, quello della sharing economy.
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Gli “alloggi privati locati per fini turistici” non ricadono in nessuna delle categorie sottoposte a legislazione regionale e sono disciplinati dalla legge nazionale n. 431/98, “Disciplina delle locazioni e del rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo”: l’articolo 1, comma 2, lettera c, ricomprende fra questi immobili anche gli alloggi locati esclusivamente per finalità turistiche.
Ecco dunque le regole da rispettare per queste locazioni turistiche brevi: i gestori non possono utilizzare denominazioni come Bed&Breakfast, casa vacanze, affittacamere, guest house o simili (che prevedono l’adesione a specifica regolamentazione di cui alla legge regionale 8/2015), né possono offrire servizi aggiuntivi quali pasti e pulizia.
I proprietari degli immobili destinati ad affitti brevi devono comunicare all’Agenzia regionale del Turismo e al Comune che presso l’appartamento non viene svolta attività ricettiva extra-alberghiera riconducibile ad alcuna tipologia ricettiva di cui all’art.1 comma 3 del Regolamento Regionale 8/2015, e che ai fini della promo-commercializzazione dell’attività non verranno utilizzate le denominazioni delle tipologie ricettive extra-alberghiere.
Il modello di comunicazione è pubblicato sul sito della Regione Lazio, seguendo il percorso: argomenti, turismo, modulistica. Il modulo non richiede alcuna descrizione dell’immobile, solo le generalità del proprietario e la dichiarazione sull’offerta di ospitalità, barrando eventualmente la casella dedicata alla dichiarazione sulla promozione online. Il modulo va inviato al SUAR o SUAP del Comune competente a mezzo PEC o Raccomandata A.R., e all’Agenzia Regionale del Turismo alla seguente email: comunicazioneospitalita@regione.lazio.it.
Per Roma Capitale il modello di “comunicazione ospitalità” è disponibile sul sito web SUAR Roma Capitale – sezione “consultazione modulistica” – “Attività ricettive” – “Altre forme di ospitalità”, e può essere inviato via PEC (protocollo.culturaturismo@pec.comune.roma.it) o con Raccomandata A.R. indirizzato a: Roma Capitale SUAR (Sportello Unico per le Attività Ricettive) via di San Basilio n.51 – 00187 Roma.
C’è anche l’obbligo di comunicazione all’Autorità di Polizia competente per territorio: la comunicazione si effettua online, registrandosi al sito della Questura di Roma o delle altre questure del Lazio, e ricevendo una casella PEC che abilita all’inoltro della comunicazione degli alloggiati. In questa comunicazione, bisogna inserire come numero di autorizzazione il codice a barre della raccomandata inviata al comune, oppure il numero di protocollo PEC. Per permettere a coloro che offrono ospitalità in appartamenti privati attraverso l’utilizzo di piattaforme web di prenotazione come Airbnb, c’è un link diretto al sito della Questura di Roma per inviare la schedina degli alloggiati (modulo di comunicazione alla Regione Lazio).