In aiuto alle aziende del settore agricolo delle zone colpite dal recente sisma nel Centro Italia arriveranno anche 12 milioni di fondi UE, destinati in particolare alle 958 imprese agricole dei 16 Comuni terremotati. Sale infatti, rispetto ai 5 milioni di euro annunciati inizialmente, l’importo destinato ad aiutare le imprese agricole operanti nei Comuni dell’emergenza individuati dalla Protezione civile.
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Ad annunciarlo è il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali con un comunicato stampa con il quale ha reso noto che si è stabilito l’anticipo del pagamento dei fondi di sviluppo rurale da parte di Agea per un importo di circa 7 milioni di euro. Arrivano così a 12 milioni di euro in totale i contributi europei PAC (Politica Agricola Comune) richiesti dalle domande presentate dalle imprese agricole colpite dal terremoto che verranno erogati entro il 15 settembre.
Un intervento che segue la dichiarazione dello stato di emergenza deliberato dal CdM e lo stanziamento da 50 milioni per la prima emergenza.
Il ministro Maurizio Martina, aveva già definito l’iniziativa una prima azione utile a garantire risorse e liquidità al tessuto agricolo più fortemente colpito dal sisma volta a far ripartire presto le attività, anche attraverso i rimborsi dei danni e delle perdite di reddito subite. A fronte dell’innalzamento del plafond, Martina dichiara:
«Portiamo a 12 milioni di euro gli anticipi dei contributi europei per intervenire immediatamente sulla liquidità delle imprese. Con gli Assessori abbiamo fatto il punto sulle questioni più immediate, in particolare per l’assistenza agli allevamenti più danneggiati. Siamo già al lavoro in queste ore per definire le necessità per il sostegno al reddito e per il ripristino delle infrastrutture rurali. Allo stesso tempo stiamo delineando obiettivi, tempi e leve finanziare più generali per il progetto strategico per l’agricoltura dell’area colpita da impostare già nel provvedimento che ci sarà per l’emergenza. Vogliamo dare risposte ai tanti agricoltori e allevatori che vogliono giustamente ripartire dalla loro terra. L’agricoltura è fondamentale per scrivere il futuro di queste zone».
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