Lavoro estero con ritenuta d’acconto

Risposta di Anna Fabi

Pubblicato 2 Gennaio 2018
Aggiornato 2 Ottobre 2018 12:21

Gisella chiede:

Ho l’opportunità di svolgere un lavoro occasionale all’estero per un’azienda, che mi chiede un documento con validità fiscale. Non avendo partita IVA, è possibile utilizzare la notula di prestazione occasionale oppure c’è qualche altra opzione legale valida per entrambe le parti?

Il tema delle prestazioni lavorative svolte all’estero è ampio e complesso. Il motivo è semplice e può essere ridotto al un noto proverbio “paese che vai, usanze che trovi”. Nel nostro caso, per usanze dobbiamo intendere le normative previdenziali e fiscali. Premesso dunque che per operare correttamente non è possibile prescindere dall’individuazione del Paese in cui viene svolta l’attività (non indicato nel quesito), fornirò solo alcune informazioni fondamentali, da considerare quali punti di riferimento iniziali.

In primo luogo è opportuno distinguere l’aspetto previdenziale da quello fiscale.

In riferimento al lato previdenziale vige il principio fondamentale noto come “lex loci laboris”, cioè che si applica la legge del paese in cui viene svolta l’attività. A questo principio, per quanto riguarda l’attività dei lavoratori dipendenti e principalmente nei paesi comunitari, si deroga attraverso la richiesta all’INPS del modello A1.

Sul versante degli obblighi fiscali è necessario, da un lato verificare la normativa vigente nel paese in cui è svolta l’attività e dall’altro controllare la propria residenza anagrafica; infatti il Tuir (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) stabilisce che ogni cittadino residente nello Stato italiano è tenuto al versamento delle imposte per i redditi ovunque prodotti.
L’accavallarsi delle due discipline (normativa del paese di residenza e del paese di lavoro) conduce spesso alla duplicazione degli obblighi fiscali, motivo per cui è essenziale verificare le possibili convenzioni sottoscritte dai due paesi per evitare le doppie imposizioni.

Per tornare al quesito della lettrice e dovendo dare un suggerimento con poche informazioni a disposizione, direi che se l’attività si sostanzia in una prestazione di lavoro autonomo ed è svolta in via occasionale per un breve periodo la classica notula con ritenuta d’acconto può essere adatta al suo caso (dandoo per scontata la residenza fiscale italiana sia per lei che per l’azienda che le offre questo lavoro).

Michele Bolpagni – Consulente del Lavoro  


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