Gli inglesi lo definiscono “cyberslacking”, “poltrire in Rete”. È la pratica di perder tempo al lavoro sfruttando internet per propri scopi personali.
Quasi un quinto del loro orario d’ufficio trascorso senza occuparsi dei propri compiti, come dimostrerebbero numerosi studi compiuti in tutto il mondo. Niente di nuovo secondo Patricia Wallace, autrice del libro “The Internet in the Workplace: How New Technology Is Transforming Work”: da sempre gli impiegati hanno cercato un modo per evadere dalla monotonia della vita d’ufficio.
A fare la differenza adesso sarebbe internet, «qualcosa di genuinamente irresistibile in quanto dà accesso all’intero pianeta restando a due passi da te, e che puoi facilmente nascondere agli occhi di chi ti sta vicino».
E i modi per perdere tempo in Rete stanno diventando sempre di più: dopo le mail personali e i sistemi di instant messaging, adesso sembra essere arrivato il tempo dei siti di social-networking, come Facebook e MySpace.
C’è però chi rivolta la frittata, e descrive questo problema come un vantaggio per l’azienda: Internet in ufficio lo si potrebbe usare anche per pagare bollettini on-line, prenotare visite mediche e completare pratiche burocratiche. Tutte cose che richiederebbero ore di permesso: «In questo caso – dice la Wallace – l’impiegato starebbe addirittura risparmiando tempo all’azienda».