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Canone RAI e abbonamento TV in Europa

di Barbara Weisz

Pubblicato 24 Agosto 2016
Aggiornato 1 Settembre 2016 17:35

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Legislazioni, costo dell'abbonamento tv, ambito di applicazione, limiti alla pubblicità: la riforma Canone RAI in bolletta a confronto con le norme in Europa.

Il Canone RAI italiano è, fra gli abbonamenti alla tv di stato che si pagano in gran parte dei paesi europei, fra i più economici: non in coda alla classifica, ma comunque sotto la media europea, pari a 127,6 euro. Vediamo una panoramica di come funziona il pagamento del canone alla tv pubblica nel Vecchio Continente.

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Innanzitutto, ci sono paesi in cui il canone TV è stato abolito: Paesi Bassi, Ungheria, Bulgaria, Spagna, Belgio, Lussemburgo, Lituania, Lettonia, Polonia, Estonia, Bielorussia, Ucraina, Moldavia, Russia e Turchia. Ci sono poi stati europei che, oltre al pagamento del canone, prevedono che la tv pubblica non trasmetta o limiti fortemente la pubblicità: Francia, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia.

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Negli altri paesi, si paga l’abbonamento TV, spesso più caro che in Italia: il conto più salato arriva in Norvegia, Danimarca, Svizzera (in tutti i casi, siamo sopra i 300 euro annui, contro i 100 italiani). Sopra i 200 euro, Germania e Svezia, mentre sopra i 100 euro italiani ci sono anche Gran Bretagna, Irlanda, Slovenia, Finlandia, Francia, Croazia. Canone più economico, infine, in Grecia, Portogallo, Romania, Slovacchia.

L’Italia non è l’unico paese ad aver scelto di far pagare il canone attraverso la bolletta della luce: avviene anche in Grecia, Portogallo.
Altre particolarità delle legislazioni europee: in Finlandia, dal 2013 il canone è rappresentato da un’imposta progressiva, in Germania si paga l’abbonamento tv anche quando non si possiede un televisore, mentre al contrario, in Gran Bretagna, paga l’abbonamento alla tv solo chi vede o registra le trasmissioni. Se un contribuente ha il televisore, e non lo usa per guardare i programmi (ma solo per videogiochi, streaming, Dvd), non è tenuto a pagare il canone. Nei paesi che hanno scelto di sostituire il canone con un’imposta progressiva applicata a tutti i cittadini (come la Finlandia, o l’Islanda), di fatto l’abbonamento viene pagato indipendentemente dal possesso del televisore.

Una considerazione riguarda i paesi che hanno scelto di abolire la pubblicità, finanziando la tv di stato interamente con il canone: sono quelli in cui l’abbonamento è alto (Danimarca, Svezia), oppure è distribuito fra tutti i cittadini (coma la Finlandia), con l’unica eccezione della Francia, che ha una regolamentazione stringente sulla pubblicità pur mantenendo un canone basso: la contribution à l’audiovisuel public è inserita nella Taxe d’Habitation, in pratica la TASI-IMU francese. Se il contribuente non ha il televisore può, come in Italia, chiedere l’esonero.

Infine, i dati sull’evasione: secondo un sondaggio della BBC, nel 2014 l’Italia con il 30,53% di contribuenti che evadono il canone RAI è al secondo posto dopo la Polonia, che l’anno precedente era in cima alla classifica con il 65%.  I dati Mediobanca sottolineano la differenza fra il 30,5% di evasione italiana nel 2014 e il 5% del Regno Unito, o l’1% in Francia e Germania (1%)», dove in pratica l’evasione è assente.

L’ufficio studi Mediobanca stima che la norma sul Canone RAI in bolletta potrebbe abbattere la percentuale di evasione al 5%. Non solo: eliminando l’evasione, e quindi incassando interamente il canone, la RAI diventerebbe il primo gruppo televisivo per ricavi in Italia e, a livello europeo, si avvicinerebbe a France Télévisions, con circa 2,9 miliardi di fatturato.