Dimissioni di lavoratrici madri +20%

di Barbara Weisz

23 Giugno 2016 12:36

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Aumentano le dimissioni delle lavoratrici madri per le difficoltà di conciliazione lavoro - famiglia e la mancanza di flessibilità, soprattutto tra le PMI: rapporto Ministero del Lavoro.

DimissioniLa nuova e più complessa procedura telematica contro le dimissioni in bianco probabilmente non inciderà sul numero di donne che lasciano il lavoro, trend in netto aumento in Italia a dimostrazione che le politiche di conciliazione lavoro-famiglia sono solo teoriche e di fatto inefficaci. Lo scorso anno, le lavoratrici madri che hanno dovuto rinunciare alla carriera son state 31.249 (+19% su base annua), con una particolare incidenza delle dimissioni (73%) rispetto alle risoluzioni consensuali (3%). Lo riporta la Relazione Annuale su convalida dimissioni e risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri del Ministero del Lavoro.

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A utilizzare questi strumenti sono in larga maggioranza lavoratrici madri, 25.620, in pratica oltre l’82% di tutti i casi. Le due fasce d’età in cui il fenomeno avviene con più frequenza, quelle comprese tra i 26 e i 35 anni e tra i 36 e i 45 anni. I lavoratori padri che si sono dimessi o hanno firmato risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro nel 2015 sono 5.629 (un quinto rispetto alle donne), ma in rapporto al 2014 il numero è in aumento (+ 46%).

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Le categorie professionali più interessate sono impiegati e operai. Più della metà del totale dei genitori (53,78%) ha un solo figlio, ma è importante anche la quota di genitori con due figli (oltre 10mila, in crescita dai 7.800 del 2014).

Fra coloro che indicano come causa delle dimissioni la difficoltà di conciliare vita privata e lavorativa, le motivazioni più gettonate sono:

  • assenza di parenti di supporto: 4mila 791 casi, di cui 4mila 700 riferiti a lavoratrici madri e 91 a lavoratori padri;
  • mancato accoglimento al nido: 3mila 548, di cui 3mila482 lavoratrici e 66 lavoratori;
  • costi eccessivi di assistenza neonato: 1.233, di cui 1.213 lavoratrici madri e 20 lavoratori padri.

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Si segnalano anche la distanza casa-lavoro, la mancata concessione del part-time o di orari flessibili, il desiderio di cura dei figli in modo esclusivo. Infine, un dato sulle PMI: sono le imprese in cui maggiormente si concentrano le dimissioni delle madri lavoratrici. Nel dettaglio, il 56% avviene in aziende fino a 15 dipendenti, il 17% fra i 16 e i 50 dipendenti.