Il 5 luglio la Corte Costituzionale si esprime sulla legittimità del decreto Poletti con il quale il Governo ha recepito la bocciatura della Consulta sul blocco della rivalutazione per le pensioni superiori a tre volte il minimo previsto dalla Riforma Pensioni 2011: dopo il recepimento solo parziale della sentenza di illegittimità n.70/2015 – che ha ritenuto violati i principi di proporzionalità e adeguatezza delle pensioni – sei tribunali hanno sollevato la questione.
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Il Governo ha recepito la sentenza con il decreto 65/2015, riconoscendo una rivalutazione solo parziale delle pensioni fra tre e sei volte il minimo, confermando il blocco per i trattamenti superiori. Diversi ricorsi presentati dai pensionati hanno sollevato un nuovo dubbio di costituzionalità, relativo al decreto pensioni, che non rispetterebbe i termini della sentenza della Corte, e sei tribunali si sono rivolti alla Consulta.
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Ecco i nuovi dubbi di incostituzionalità su cui si esprimerà la Corte:
- violazione del principio di uguaglianza per l’applicazione di un blocco ai soli pensionati e non ai percettori di altra tipologia di reddito;
- violazione del principio di capacità contributiva, di proporzionalità e adeguatezza della retribuzione;
- violazione di obblighi internazionali derivanti dalla Cedu (la Corte europea dei diritti dell’uomo).
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Il 5 luglio la Consulta deciderà anche sulla costituzionalità del prelievo di solidarietà cui sono sottoposte le pensioni superiori a 14 volte il trattamento minimo, su cui scatta un prelievo del 6, 12, o 18% a seconda del trattamento, limitatamente alla quota superiore a 14 volte il minimo.