Velocizzare lo sviluppo delle infrastrutture, in particolare delle reti a banda larga e ultralarga, risparmiando sui costi di posa della fibra: sono le due finalità del SINFI (Sistema Informativo Nazionale Federato delle Infrastrutture) atteso da tempo e ora operativo con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 16 giugno 2016 (Decreto ministeriale 11 maggio 2016). Si tratta di un vero e proprio Catasto delle Infrastrutture che era stato previsto dallo Sblocca Italia del 2014 e poi ulteriormente regolamentato dal Dlgs 33/2016 in recepimento di direttive europee: una banca dati, che mette a disposizione tutte le informazioni sulle infrastrutture sia nel sottosuolo che sopra.
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Il SINFI viene gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico. Dal giorno della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, le Pubbliche Amministrazioni hanno a disposizione 180 giorni (quindi fino a metà dicembre 2016), per adempiere agli obblighi comunicativi verso il Catasto delle infrastrutture, mentre per gli operatori il termine è di 90 giorni (quindi, metà settembre). L’allegato A del decreto elenca le infrastrutture sulle quali bisogna fornire i dati:
- reti di telecomunicazioni;
- reti elettriche;
- reti di approvvigionamento idrico;
- rete di smaltimento delle acque;
- reti del gas;
- reti per il teleriscaldamento;
- oleodotti;
- reti per la pubblica illuminazione;
- siti radio di operatori TLC o di emittenti radio-televisive;
- infrastrutture ad uso promiscuo.
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Soddisfazione da parte di Assotelecomunicazioni-Asstel, la cui presidente, Dina Ravera, definisce la misura “innovativa”:
«Rappresenta un indispensabile strumento per i gestori di rete per semplificare gli iter dei progetti di infrastrutturazione, con ricadute positive in termini di costi, tempi di pianificazione e ottimizzazione degli investimenti».
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