Poco e-commerce B2B e fatturazione elettronica tra privati, passi avanti sul fronte della conservazione digitale dei documenti, inerzie culturali e resistenza al cambiamento come ostacoli alla digitalizzazione delle imprese italiane: i dati emergono dalla ricerca dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione della School of Management del Politecnico di Milano, incentrata sulla trasformazione digitale delle PMI, ancora poco propense a investire per i processi B2C ma protagoniste di un’inversione di tendenza nel B2C grazie alla spinta normativa, come l’obbligo di fatturazione elettronica verso la PA.
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Per quanto riguarda la fatturazione elettronica, ad oggi oltre 750mila imprese hanno inviato 38,5 milioni di “file fattura” in XML agli oltre 56mila uffici pubblici preposti a riceverli. Negli ultimi mesi, anche le imprese “meno digitali” stanno rivedendo in positivo il giudizio sulla fatturazione elettronica verso la PA: il 55% la giudicano un’innovazione importante, con risvolti positivi anche per le imprese. Eppure, solo il 17% dichiara di aver sfruttato l’obbligo come occasione per re-ingegnerizzare i propri processi di fatturazione: la maggior parte si è limitata a trovare una soluzione per assolvere alla normativa, sviluppandola internamente o acquisendola dal mercato.
La fatturazione elettronica B2B tra privati, invece, ha numeri ancora modesti: 80 milioni di fatture nel 2015, solo il 6% di quelle scambiate ogni anno. Il cambio di rotta potrebbe avvenire nel 2017, quando sarà incentivata con semplificazioni fiscali (decreto legge 127/2015) che, secondo Irene Facchinetti, direttore dell’Osservatorio,
«potrebbero stimolare l’alfabetizzazione digitale delle imprese, in particolare di quelle più piccole ancora escluse da relazioni digitali B2B, quasi una ‘seconda occasione’ dopo l’obbligo di Fatturazione Elettronica verso la PA che non ha ancora innescato l’atteso effetto volano sulla digitalizzazione del Sistema Paese».
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I vantaggi della fatturazione elettronica identificati dall’indagine: efficienza, snellimento procedure e velocizzazione dei processi amministrativi. Lo scambio di fatture elettroniche in formato strutturato può generare benefici economici per le imprese stimabili tra 5,5 e 8,2 euro per ogni fattura, con tempi di payback inferiori a un anno. E se si guarda al processo più esteso, l’intero ciclo Ordine-Pagamento, i benefici salgono tra i 25 e i 65 euro per ciclo.
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Passiamo all‘e-commerce B2B, che vale 260 miliardi di euro in Italia, pari al 10% degli scambi, con predominanza delle grandi imprese. Un livello ancora modesto, pur davanti a una crescita esponenziale negli ultimi dieci anni, in cui il valore è quasi triplicato. Sono tre i modelli sul mercato:
- eBusiness, digitalizzazione dei processi in sinergia con clienti e fornitori (selezione, acquisti ricorsivi, gestione ordini, logistica, assistenza post-vendita, progettazione);
- portali di eCommerce B2B finalizzati alla vendita online secondo modelli simili al commercio elettronico verso il mercato consumer;
- marketplace B2B, ovvero portali l’incontro di domanda e offerta per determinate categorie merceologiche.
I vantaggi: ridurre il capitale circolante e il capitale fisso, portare più efficienza, meno costi operativi, maggiore efficacia e migliori servizi per le imprese. Come precisa Alessandro Perego, Direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation:
«Per riuscire a coglierne a pieno i benefici è necessario intendere l’eCommerce B2B non come un semplice canale di vendita online, alternativo o complementare ai canali di vendita B2b tradizionali, ma come un approccio nuovo e radicalmente diverso alla gestione dei processi».
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Infine, la digitalizzazione dei processi B2B: circa 650mila imprese, dal 2015, hanno portato in Conservazione Digitale le fatture, 100mila aziende – il 40% delle grandi e il 18% delle PMI – hanno scambiato con i propri clienti e fornitori documenti in formato elettronico strutturato attraverso strumenti di eCommerce B2B (EDI, Extranet o Portali B2B). Nel dettaglio, 11mila imprese hanno scambiato oltre 110 milioni di documenti tramite reti EDI (il 40% delle grandi imprese e circa il 4% delle PMI), tra cui le fatture sono il documento più scambiato (32% del totale), seguite dagli ordini (20%), ma crescono anche le altre tipologie (conferme d’ordine, avvisi di consegna, documenti di trasporto ecc.), un segnale positivo che indica maggiore maturità e consapevolezza. Sono circa 400 le Extranet e i Portali B2B (attivati solitamente da leader di filiera e rivolti prevalentemente a PMI) per lo scambio di documenti e informazioni con i partner, con oltre 100.000 organizzazioni connesse.
La difficoltà maggiore per lo sviluppo della digitalizzazione dei processi, spiega Perego, è quella di
«far percepire opportunità e benefici della digitalizzazione, mentre non sembra una criticità il costo di sviluppo/acquisto o gestione delle soluzioni, rilevante solo per il 17% delle imprese. Sono quindi il coinvolgimento degli utenti e il commitment a tutti i livelli aziendali la chiave per portare avanti con successo un progetto di Digitalizzazione nelle imprese».
La conservazione digitale è l’ambito di investimento prioritario per i progetti di digitalizzazione, indicato dal 65% delle imprese, seguito dalla Gestione Elettronica Documentale e dai Workflow approvativi digitali (48%). Quattro imprese su dieci investiranno soprattutto in soluzioni di Integrazione, come EDI, Extranet o Portali B2B, principalmente realtà più grandi. Ci sono poi anche progetti Mobile a supporto della forza vendita o di Contract Management.