Il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico che porta definitivamente il canone RAI in bolletta elettrica, come previsto dalla Legge di Stabilità 2016 (Legge 218/2015), sarebbe illegittimo, almeno secondo il parere di Altroconsumo, che ha impugnato il decreto attuativo di fronte al TAR. Un’iniziativa, quella dell’Associazione dei consumatori, che fa seguito alla precedente petizione (che conta ad oggi 115.700 firme) per l’abolizione del canone e per la riforma della RAI, che preveda il mantenimento di un solo canale di servizio pubblico e la privatizzazione degli altri.
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A non piacere sono le numerose incongruenze contenute nel decreto, emanato con 4 mesi di ritardo rispetto alla data prevista, perché il Consiglio di Stato lo aveva bloccato per norme non formulate in maniera adeguatamente chiara, oltre che per la mancanza di garanzie sul rispetto della privacy nello scambio di dati relativi ai contribuenti.
Il decreto è stato emanato dopo la scadenza per l’invio di autodichiarazione di esenzione dal canone RAI e a breve distanza da quella di luglio, quando si inizierà a pagare il canone RAI 2016 con la bolletta elettrica.
Per l’invio dell’autodichiarazione, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ha comunque spiegato che la scadenza del 16 maggio era:
«necessaria alle aziende elettriche per rispettare la scadenza del primo luglio» e che per non creare troppi problemi ai contribuenti l’Agenzia ha «accettato anche le dichiarazioni arrivate nei giorni immediatamente successivi al 16» e ha «cercato di prendere proprio tutti i dati».
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A tutto questo si somma il fatto che l’autodichiarazione, di non possesso di apparecchi televisivi per i quali risulti dovuta l’imposta, ha spostato l’onere della prova sul contribuente: prima dichiarava il possesso e l’ufficio preposto inviava il bollettino per il pagamento, ora si parte dal presupposto che l’imposta sia dovuta a meno che il contribuente non presenti autocertificazione, sotto propria responsabilità penale, di non possesso o detenzione dell’apparecchio.
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In più il decreto attuativo, per questioni come i rimborsi per errato addebito in bolletta, rimanda a successivi provvedimenti: entro il 3 agosto l’Agenzia delle Entrate dovrà emanarne uno con le modalità di richiesta di rimborso. Il meccanismo dovrebbe essere questo:
- istanze esaminate dallo sportello SAT delle Entrate (ufficio territoriale di Torino);
- entro 60 giorni trasmissione all’Acquirente unico
- in altri 5 giorni lavorativi invio alle imprese elettriche dei dati dei contribuenti per il rimborso;
- accredito sulla prima bolletta utile.
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Altri elementi di riflessione risiedono nel fatto che, secondo quanto sancito dalla Corte Costituzionale, il canone RAI deve essere finalizzato esclusivamente al finanziamento del servizio pubblico radiotelevisivo e non dell’azienda.
Inoltre le aziende elettriche non sono agenti di riscossione, sembra quindi assurdo affidare loro questo compito, per il quale probabilmente chiederanno anche compensi all’Agenzia delle Entrate, costi che finiranno per pesare sulle tasche degli stessi contribuenti.
In considerazione di tutti questi elementi, è in arrivo una class action contro il canone RAI in bolletta elettrica, alla quale potranno aderire tutti i contribuenti interessati.