Dal 20 maggio 2016 parte in via sperimentale la procedura prevista dalla Legge di Stabilità (comma 284, legge 208/2015 ) sul part-time per la pensione: la conferma del Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, riguarda la possibilità per i lavoratori che maturano l’età pensionabile entro il 2018 di scegliere un tempo parziale tra il 40% e il 60% dell’attuale orario di lavoro, mettendo tuttavia da parte i medesimi contributi previdenziali del tempo pieno. La misura è regolamentata dal decreto ministeriale del 13 aprile.
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Molto in sintesi, il lavoratore che sceglie il part-time per la pensione riceve uno stipendio maggiorato di una somma pari alla contribuzione previdenziale relativa alla prestazione lavorativa non effettuata per effetto del tempo parziale: in pratica, riceve in busta paga la parte di contribuzione a cui avrebbe diritto nel rapporto full-time. L’impresa paga anche la contribuzione figurativa per le ore ridotte e, quando il lavoratore andrà in pensione, prenderà un assegno senza decurtazioni.
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Una volta esercita tale opzione, è necessario trasmettere il contratto alla Direzione Territoriale del Lavoro, che ha 5 giorni di tempo per concedere l’autorizzazione al beneficio. Quindi, invia domanda all’INPS, che ha altri 5 giorni per comunicare accoglimento o rigetto.
«Vedremo se questa iniziativa piacerà alle imprese e ai lavoratori» ha commentato Poletti, in un videomessaggio inviato a Napoli alla Giornata nazionale della previdenza», sottolineando che «il tema va considerato perché è dentro le logiche in cui si costruisce un nuovo welfare nel nostro Paese».