Per il quattordicesimo anno consecutivo IBM si aggiudica il titolo di società più innovativa. Con ben 3,651 brevetti registrati ha superato altri giganti della ricerca come Samsung (2,453), Canon (2,378), Hewlett-Packard (2,113), Intel (1,962) e Sony (1,810). Il patrimonio di Big Blue supera così l’invidiabile cifra di 40 mila brevetti registrati anche se, assicurano a IBM, non sono tutte rose e fiori.
Anzitutto avere un così vasto bagaglio di risorse da proteggere genera il fastidioso (e dispendioso) effetto collaterale di essere continuamente impegnati in battaglie legali spesso piuttosto lunghe (esempio sia quella ancora in corso con Amazon), ognuna delle quali ha un costo stimato intorno ai 3 milioni di dollari. Sicuramente molte altre società vorrebbero avere un problema simile ma IBM sembra più preoccupata a bilanciare la proprietà intellettuale con l’innovazione. Negli ultimi anni, infatti, la politica del colosso statunitense è stata quella di favorire lo sviluppo del settore tecnologico contribuendo a progetti open source, sia attivamente che passivamente. Esemplare fu l’iniziativa di ‘regalare’ 500 brevetti, rendendoli liberamente disponibili per programmi open source con particolare riguardo al sistema operativo Linux, storico alfiere del software aperto, a favore del quale IBM ha dichiarato più volte di non voler intentare attacchi legali se non laddove sia strettamente necessario. Una filosofia diametralmente opposta a quella di Microsoft, eterna avversaria di Linux, con cui è da sempre impegnata in numerose querelle legali.
Il prossimo passo di IBM nel suo percorso a supporto dell’innovazione si chiama Inventors’ Forum, un meeting online a cui sono invitate sia le piccole società sia i singoli inventori.