Dopo il pressing sul Governo per accelerare la riforma delle pensioni, si registra un’apertura prudente del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in audizione sul DEF davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Ci sarebbero infatti margini per ragionare:
«sia sugli strumenti che sugli incentivi e sui legami tra sistema pensionistico e mercato del lavoro per migliorare le opportunità sia per chi sta per andare in pensione sia per chi deve entrare nel mondo del lavoro».
=> Riforma pensioni: ipotesi di ricalcolo contributivo
Non si tratta certo di un impegno dell’Esecutivo ma pur sempre di un’apertura rispetto alle posizioni, ben più rigide, espresse nelle settimane e nei mesi scorsi. In pratica, Padoan esprime disponibilità a ragione di flessibilità in uscita e pensioni in vista della prossima Legge di Stabilità 2017, definendosi
«favorevole a un ragionamento complesso» e «sicuramente a fonti di finanziamento complementari che si possono studiare».
Traduzione: i tempi non saranno brevissimi, ma il 2016 potrebbe essere l’anno buono per i correttivi alla Riforma Fornero su flessibilità in uscita, staffetta generazionale, potenziamento della previdenza complementare, e in genere per una Riforma pensioni compatibile con i conti pubblici e meglio rispondente alle esigenze del mondo del lavoro.
I sindacati continuano a chiedere al Governo di passare dagli annunci ai fatti e, in particolare, la Uil propone di inserire le misure per le pensioni in un piano per la crescita di durata almeno triennale. A spingere sull’acceleratore interviene anche l’INPS, il cui presidente, Tito Boeri, chiede tempi stretti di riforma per la pensione anticipata.
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, ritiene che sulle pensioni sia necessario un intervento di sistema, magari puntando maggiormente sull’integrazione fra pubblico e privato (quindi, par di capire, sulla previdenza complementare). Sulla flessibilità in uscita, Nannicini individua tre diverse esigenze a cui dare risposta:
«chi ha la legittima preferenza ad andare via prima, chi ha la necessità ad andare via (si pensi a quanti si ritrovano disoccupati) e l’azienda che ha la necessità di turnover».