È stato firmato nei giorni scorsi dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, il decreto che disciplina le modalità operative del part-time agevolato per i dipendenti prossimi alla pensione ma, nonostante la soluzione in teoria sia stata pensata per un platea potenziale di 389mila lavoratori, le risorse stanziate sembrano essere sufficienti per soli ventimila pensionandi.
=> Part-time per la pensione: modalità operative
Le risorse stanziate, 240mila euro, per la contribuzione figurativa, commisurata alla retribuzione corrispondente alla prestazione lavorativa non effettuata sono state infatti così ripartite:
- 60 milioni di euro per il 2016;
- 120 milioni di euro per il 2017;
- 60 milioni di euro per il 2018.
I calcoli sono stati effettuati dalla UIL secondo la quale, nonostante il decreto sul part-time agevolato per la pensione rappresenti un piccolo passo per costruire un mercato del lavoro che dia flessibilità agli anziani e stabilità ai giovani, questo:
“Non risponde minimamente all’urgenza di reintrodurre per tutti i lavoratori la flessibilità di accesso alla pensione. La Legge Fornero ha portato l’età di pensionamento a un livello inaccettabile di molto superiore alla media europea. Bisogna quindi varare subito un provvedimento prevedendo la flessibilità in uscita a 62 anni. Questo permetterebbe di riattivare anche un positivo turn over nel mercato del lavoro a beneficio dei giovani”.
=> Part-time per la pensione, calcolare lo stipendio
Secondo la UIL, inoltre, dal provvedimento contenuto nella Legge di Stabilità 2016 rischiano addirittura di essere escluse le donne per effetto del diverso requisito anagrafico previsto dalle ultime Riforme delle Pensioni e dell’equiparazione nel 2018 dell’età tra maschi e femmine. In pratica, le donne:
- nate nel 1951 che raggiungerebbero i 66 anni e 7 mesi entro il 2018, requisito necessario per l’agevolazione, sono già uscite con la finestra mobile nel 2012;
- nate nel 1952 possono uscire nel 2016 grazie a deroga alla legge Fornero;
- nate nel 1953 non raggiungeranno in tempo, ovvero entro il 2018, i requisiti di vecchiaia previsti.
Secondo il sindacato:
“Per superare le problematiche presenti nel decreto sul part-time agevolato occorrerà che in fase di applicazione del decreto si faccia esplicito riferimento al codice delle pari opportunità, D.L. 198 del 2006, che stabilisce il diritto delle donne di rimanere al lavoro fino all’età pensionabile prevista per gli uomini. In questo modo si consentirebbe alle lavoratrici ancora in attività che opteranno per il part-time di utilizzare a pieno questa possibilità. Tale norma va indicata esplicitamente all’atto di trasformazione del rapporto da tempo pieno a tempo parziale.
Resta comunque da chiarire come i contratti si adegueranno all’incremento dell’età pensionabile, per effetto dell’adeguamento all’aspettativa di vita, previsto per il 2018”.
Fonte: UIL.