Un lavoratore che guadagna 25mila euro lordi all’anno, se richiede un part-time per la pensione al 60%, prenderà circa 1170 euro al mese mentre un dirigente con stipendio da 100mila euro lordi avrà un netto in busta paga di 3.500 euro: le simulazioni sono della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, e riguardano il nuovo part-time per la pensione anticipata, introdotto dalla Legge di Stabilità 2016 e su cui il Ministero del Lavoro ha appena firmato la circolare applicativa.
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Opzione
Questa forma di flessibilità in uscita riguarda solo i dipendenti del privato che maturano il requisito pieno per la pensione entro fine 2018. Il part-time deve rientrare nel range 40-60% e prevede uno stipendio netto nel quale confluiscono anche i contributi che il datore di lavoro avrebbe dovuto pagare con l’orario pieno. In pratica, si guadagna molto più che con un normale tempo parziale. Non solo: il lavoratore prenderà alla fine una pensione piena.
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Simulazioni
Stipendio lordo 25mila euro (1.456 euro netti per 13 mensilità). Con un part-time per la pensione al 60%, percepirà 1.169 euro al mese. La quota di contributi che finiscono in busta paga è pari a 2.381 euro annui (costo per il datore di lavoro). Con un part-time al 50%, il netto mensile sarà di 1.092 euro e il contributo per l’azienda di 2.976 euro.
Stipendio lordo 45mila euro (2.200 euro netti per 13 mensilità). Con un part-time per la pensione al 60%, percepirà 1.860 euro al mese. La quota di contributi in busta paga sarà di pari a 4.285 euro annui. Con un part-time al 50%, il netto mensile sarà di 1.752 euro e il contributo per l’azienda di 5.357 euro.
Stipendio lordo 100mila euro (4.376 euro netti per 13 mensilità). Con un part-time per la pensione al 60%, percepirà 3.533 euro al mese. La quota di contributi in busta paga sarà di pari a 9.524 euro annui. Con un part-time al 50%, il netto mensile sarà di 3.325 e il contributo per l’azienda di 11.905 euro.