Chiede di rivedere le disposizioni normative introdotte con la Legge di Stabilità 2016 sulla cessione del bonus per la riqualificazione energetica (detrazione fiscale IRPEF del 65%), R.E TE. Imprese Italia: «è norma da modificare radicalmente ed immediatamente».
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Ad essere sotto accusa è la facoltà che viene concessa dalla legge n. 208/2015, comma 74, ai contribuenti che ricadono nella no tax area (c.d. “contribuenti incapienti”) o che non pagano IRPEF per effetto delle detrazioni sui redditi da lavoro di cui all’articolo 13 del TUIR, di cedere all’impresa il credito d’imposta come “pagamento” per le spese a proprio carico.
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In pratica, trovandosi questi contribuenti sotto la soglia di reddito minimo per l’IRPEF, non possono usufruire della detrazione al 65% ma, grazie alla norma contenuta nella Legge di Stabilità 2016, possono cedere il credito per una somma corrispondente, al fornitore che ha realizzato gli interventi.
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Un meccanismo penalizza le imprese, perché prevede che queste anticipino ai cittadini meno abbienti la detrazione IRPEF del 65% relativa alle spese per interventi di riqualificazione energetica sui condomini subito ed in un’unica soluzione, mentre recuperano il credito in 10 anni.
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A pochi giorni di distanza dal provvedimento con il quale l’Agenzia delle Entrate ha dato attuazione alla norma, R.E TE. Imprese Italia incalza e spiega:
«È evidente che nessuna impresa può permettersi di incassare i due terzi del corrispettivo relativo al proprio lavoro in 10 anni. Le imprese non sono banche! Peraltro, le banche prestano denaro dietro corrispettivo».
Una revisione è dunque indispensabile:
È necessario «evitare oneri aggiuntivi su imprese o il meccanismo rimarrà sulla carta».
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