L’Italia non brilla per capacità innovativa a confronto con gli altri paesi dell’Unione Europea. Risulta infatti posizionata al 15° posto nella classifica stabilita in base ai criteri definiti dal Quadro di valutazione “L’Unione dell’innovazione” 2014.
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La sua performance viene elaborata avvalendosi di 25 indicatori (risorse umane, sistemi di ricerca aperti, investimenti delle imprese, collaborazioni e attività imprenditoriali ecc.) è al di sotto della media europea.
L’Italia, che, giova ricordare, rappresenta la seconda potenza manifatturiera europea, è stata inserita nel gruppo degli “innovatori moderati“, insieme a Croazia, Repubblica ceca, Grecia, Ungheria, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna. E’ grande la distanza con il gruppo di testa dei “leader dell’innovazione” composto da Danimarca, Finlandia, Germania e Svezia.
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L’Italia, nel complesso, presenta risultati inferiori alla media UE per la maggior parte degli indicatori. Tra i punti deboli del nostro paese, che in ogni caso ha visto il suo rendimento innovativo crescere in modo costante fino al 2012 con un lieve calo nel 2013, c’è la minore capacità di collaborazione delle PMI.
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I suoi punti di forza sono invece le co-pubblicazioni scientifiche internazionali e i disegni e modelli dell’UE.