Tasse sulle rendite finanziarie, Italia nel confronto europeo

di Barbara Weisz

3 Marzo 2014 14:00

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In vista, fra le riforme fiscali del governo Renzi, potrebbe esserci una rivisitazione delle tasse sulle rendite finanziarie: niente aumenti sui Bot, ha già  specificato a più riprese il premier, che invece non ha escluso rimodulazioni su altre imposte patrimoniali. Proponiamo un confronto europeo relativo alla tassazione sulle rendite finanziarie. In Italia, c’è una tassazione agevolata sui Bot, i titoli di Stato, su cui si paga un’aliquota del 12,5% (che vale anche per i buoni postali e per i piani di risparmio a lungo termine). Sulle altre tipologie di investimenti (dividendi azioni, interessi, capital gains), si paga un’imposta del 20%, con una serie di eccezioni. Vediamo cosa succede negli altri principali Paesi europei.

=> Rendite finanziarie: aliquota unificata al 20% e deroghe

  • Gran Bretagna: è uno dei paesi fiscalmente più vantaggiosi, ad esempio in materia di dividendi, che non sono tassati (è uno dei motivi per cui Londra è attrattiva come sede per le imprese internazionali, vedi caso Fiat). Significa che gli azionisti di una società  incassano il 100% del dividendo, senza pagarci sopra ulteriori imposte (probabilmente sulla base della considerazione che i dividendi sono una redistribuzione di utili, come tali già  tassati). Sui normali interessi degli investimenti, invece, si paga il 20%, anche nel caso in cui l’investimento sia in titoli di Stato (in questo caso, quindi, c’è uno svantaggio fiscale rispetto all’Italia). Infine i capital gain (guadagni in conto capitale) sono tassati dal 18 al 28%, in modo proporzionale al reddito (l’aliquota del 18% è applicata ai redditi fino a 35mila sterline l’anno).
  • Francia: qui succede il contrario che Oltremanica, nel senso che c’è una delle tassazioni più svantaggiose d’Europa sui dividendi, che pagano il 30% di tasse, mentre scende al 18% l’imposta sugli investimenti. E’ uguale per tutte le tipologie di investimenti finanziari, quindi rispetto all’Italia è svantaggiosa sui titoli di stato, mentre è più attrativa su azioni e via dicendo. Quanto ai capital gains, c’è un’aliquota base del 19% a cui però bisogna sommare un 15,5% di oneri speciali, quindi in pratica si paga il 34,5%.
  • Germania: anche qui, niente sconti sui dividendi, su cui l’aliquota è più alta che in Italia (25%), e in più prevede un contributo di solidarietà  dell’1,375%, per cui in tutto si sborsa il 26,375%. Stessa tassazione per i capital gain, mentre la tassazione è molto favorevole sugli interessi, che non sono tassati.
  • Spagna: il sistema è articolato, nel senso che c’è un’aliquota base del 21% su tutte le tipologie di rendite finanziarie (titoli di stato compresi). Sui dividendi, però, non c’è tassa nel caso in cui l’azionista abbia un pacchetto azionario superiore al 5% e abbia mantenuto l’investimento per almeno 12 mesi. Sui capital gain, invece, in base al reddito l’aliquota può salire al 27%.