Lo scenario peggiore vede errori per 5 milioni di contribuenti, che hanno un’utenza elettrica senza possesso di televisore: la legge sul pagamento del canone RAI in bolletta prevede che questi utenti non paghino l’abbonamento televisivo, ma che debbano segnalare di non avere l’apparecchio all’Agenzia delle Entrate. Il problema è che al momento non c’è una procedura specifica attivata dal Fisco, mentre nel prossimo mese di luglio arriveranno in bolletta le prime sette rate 2016 dell’abbonamento, con una spesa di 70 euro. L’allarme è lanciato dall‘Unione Nazionale Consumatori, che esprime una serie di critiche sulle disposizioni applicative in arrivo, in base alle anticipazioni che circolano sul decreto ministeriale in arrivo.
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La legge prevede che la titolarità della bolletta elettrica sia sufficiente per presumere il possesso di una televisione: è sempre il contribuente a dover dichiarare di non averla, con specifica procedura che come detto, ancora non è disponibile. Massimiliano Dona, Segretario dell’associazione di consumatori, propone che nel mese precedente alla prima rata in bolletta di luglio (che fra l’altro sarà una maxi-rata perché comprenderà anche i mesi da gennaio a giugno), quindi con la bolletta di giugno, arrivi un avviso di richiesta del pagamento dell’abbonamento televisivo, in modo che l’utente abbia poi un mese di tempo per comunicare di non avere la televisione. Fra l’altro, ricorda l’Unione Nazionale Consumatori, nel mese di luglio, ovvero quando arriva la prima bolletta con il canone RAI, molti italiani sono in vacanza, ed è quindi alto il rischio che alla fine si ritrovino ad aver pagato un canone RAI in realtà non dovuto.
«Ancor più alto se consideriamo che a fare l’autocertificazione non saranno solo le poche migliaia di famiglie che non possiedono la TV (944mila secondo l’Istat), ma tutti quelli che riceveranno richieste indebite di pagamento».
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Perché il rischio riguarda 5 milioni di contribuenti? Il numero complessivo di clienti domestici di elettricità è di oltre 29 mln e 282 mila, mentre le famiglie che secondo l’ISTAT hanno la tv sono 24 mln e 199 mila: la differenza è pari a 5 milioni di famiglie. «Dubitiamo che l’Agenzia delle Entrate sia in grado di incrociare i dati senza errori» anche perché il direttore gestione tributi delle Entrate, Paolo Savini, ha dichiarato che l’individuazione della famiglia anagrafica risulta “particolarmente complessa” e i Comuni devono ancora trasmettere i dati.
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Un’affermazione che Dona definisce «grave», perché l’Agenzia delle Entrate ammette che dopo due mesi dalla legge l’individuazione della famiglia anagrafica non solo non è stata risolta ed è anzi «particolarmente complessa», ma richiede ancora l’invio dei dati da parte dei Comuni. In definitiva, secondo l’associazione di consumatori c’è un potenziale di 5 milioni di famiglie che rischiano di ricevere richieste indebite di pagamento se i Comuni non forniranno in tempo i dati corretti delle famiglie anagrafiche. Infine, critiche sul meccanismo dei rimborsi.
«E’ inaccettabile che le società elettriche abbiano sei mesi di tempo per restituire il maltolto al consumatore per i pagamenti non dovuti del canone. Chiediamo che i rimborsi avvengano nella prima bolletta utile dopo l’invio della richiesta da parte del cliente e della dovuta autocertificazione».
Il riferimento è al caso, previsto dal decreto secondo le anticipazioni che filtrano, in cui il cliente paga una bolletta con incluso un canone RAI che in realtà non era tenuto a pagare: in questo caso, dal momento in cui presenta la richiesta di rimborso, la società elettrica ha appunto sei mesi di tempi per restituire i soldi.