Nel 2015 è aumentato il numero di PMI che si sono rivolte al mercato dei mini-bond, mentre sono scesi il tasso medio d’interesse sui titoli di debito (intorno al 6%), e il valore medio delle emissioni (intorno ai 22 milioni di euro nel secondo semestre, contro i 28 milioni dell’analogo periodo 2014): sono alcune delle principali evidenze contenute nel secondo report italiano sui Mini-Bond dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, che fotografa la situazione a fine 2015. In tutto, la ricerca si è concentrata sulle 145 imprese che allo scorso 31 dicembre avevano collocato mini-bond, di cui 48 per la prima volta nel 2015, e 55 identificabili come PMI non finanziarie.
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Il primo data riguarda la crescita dei collocamenti fra le imprese di medie dimensioni, salite al 48,1%, dal precedente 39,6%. Si tratta per lo più di società per azioni, 86,2%, ma sono rappresentate anche srl e cooperative. Ci sono 17 imprese che sono anche quotate sul mercato azionario. La fascia maggiormente rappresentata resta quella fra i 100 e i 500 milioni di euro di fatturato, ma il 2015 ha visto aumentare in particolare il collocamento di mini-bond da parte di aziende fra i 10 e i 25 milioni, mentre sono diminuite le operazioni nelle imprese fra i 25 e i 100 milioni di ricavi. Da registrare anche 23 PMI sotto i 10 milioni di fatturato.
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Per quanto riguarda i diversi settori di attività, il più rappresentato è il manifatturiero, mentre la collocazione geografica vede prevalere le regioni del Nord anche se nel 2015 sono aumentati i collocamenti nel Meridione mentre sono diinuiti quelli in Lombardia e Veneto (passatida 33 emittenti 2014 a 13 nel 2015).
Il motivo fondamentale per cui le imprese ricorrono al mercato dei mini bond è rappresentato dal finanziamento della crescita interna, indicato nel 64% e soprattutto fra le PMI. Seguono la ristrutturazione delle passività (più frequente fra le grandi imprese), strategie di crescita esterna tramite acquisizioni, l’aumento del ciclo di cassa del capitale circolante. In media, il bilancio di una PMI che emette mini bond è caratterizzato da un trend positivo di redditività e liquidità prima dell’emissione, e da una buona riduzione della leva finanziaria.
L’Osservatorio ha anche effettuato un’analisi dei comportamenti finanziari delle imprese in seguito all’emissione, prendendo come campione 34 imprese che hanno emesso mini bond fra il 2012 e il 2014, evidenziando tre modelli di comportamento: crescita aggressiva (incremento dell’attivo investito ma anche del debito bancario), crescita prudente (incremento dell’attivo investito e riduzione del debito bancario), cura dimagrante (riduzione attività e debito bancario).
Qualche dato sul mercato: il valore totale dei mini bond emessi supera i 7 miliardi di euro, così distribuiti, di cui 634,4 milioni per le emissioni delle PMI, e 1 miliardo 36 milioni considerando solo le 152 emissioni sotto i 50 milioni di euro. Come detto, il 2015 ha visto un calo del valore medio delle operazioni, con l’85% di emissioni sotto i 50 milioni di euro, e il 47% sotto i 5 milioni. E’ calato il numero di titoli quotati su EXTRA MOT Pro, il segmento dedicato di Borsa Italiana (136 su 177), a favore di operazioni su altri mercati (Germania, Irlanda, Austria, Lussembrugo). Il 2015 registra anche una diminuzione della scadenza media (in media cinque anni). Nel 58% dei casi il rimborso è previsto alla scadenza, ma fra le PMI e per le emissioni sotto i 50 milioni è più frequente la modalità amortizing, con un rimborso graduale fino alla scadenza. Il valore medio della cedola è del 5,65%, in genere la remunerazione offerta dalle PMI è minore, ma questo spesso dipende dalla scadenza e dalle caratteristiche di rimborso del titolo. La presenza di un rating è più frequente invece fra le grandi imprese, mentre le PMI sono in questo senso meno mature.
Infine, le prospettive: il potenziale di sviluppo dei mini bon PMI viene definito «significativo», per il 2016 si prevede un andamento analogo al 2015, con un focus particolare sull’innovazione delle tipologie di investimento. Attesa per le prospettive, ancora tutte da scoprire, delle cartolarizzazioni dei mini bond e dei project bond.