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Il San Valentino degli imprenditori

di Barbara Weisz

Pubblicato 17 Febbraio 2014
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:38

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Quello fra l’impresa è il paese è, senza mezzi termini, un amore non corrisposto. Chi lo dice? Gli imprenditori piemontesi, che hanno trasformato il San Valentino 2014 in una giornata di protesta, con tanto di flash mob davanti a Montecitorio (sede della Camera dei Deputati) per lanciare alla politica un segnale forte e chiaro: la ripresa passa dall’impresa. Una mobilitazione preparata con cura, con slogan e simboli pensati da un pubblicitario di rango, Marco Testa. Una manifestazione sottoforma di flash mob, che rappresenta certamente una modalità  inconsueta di protesta da parte degli esponenti del mondo delle imprese, che anticipa di qualche giorno un’altra inedita iniziativa, ovvero una manifestazione di imprenditori, indetta per il 18 febbraio a Roma da Rete Imprese Italia.

Al di là  della coincidenza di tempi fra la presa di posizione, anzi vera e propria mobilitazione, del mondo delle imprese, e la crisi di governo (sia il leader di Confindustria, Giorgio Squinzi, sia il numero uno di Confcommercio, Carlo Sangalli, prendono le dovute distanze, spiegando a chiare lettere che il loro mestiere non è la politica, ma l’impresa), ci sono alcune considerazioni che si possono fare a proposito di quella che si potrebbe definire “stagione calda” dell’impresa.

Il punto di partenza del ragionamento è che vengono scelte modalità  di protesta (la manifestazione, il falsh mob), non abituali per i capitani d’industria. Il punto seguente è che sia Confindustria sia Rete Imprese Italia sottolineano come il vero obiettivo sia di proposta, per dare alla politica un impulso a mettere in pratica una serie di promesse rimaste troppo a lungo sul tavolo: accesso al credito, pagamenti della PA, taglio del cuneo fiscale, meno burocrazia, solo per citare capitoli di cui si discute da anni e che sono ancora aperti. Viene chiesto un punto di rottura, al governo e alla politica tutta (nazionale e locale). Vengono forniti i numeri della crisi: 9 punti di pil persi, -25% di produzione industriale, -11% di reddito disponibile, disoccupazione al 13% (giovanile al 41%), immatricolazioni auto tornate ai livelli del 1970, accesso al credito sempre più difficile, soprattutto per le PMI.

Gli imprenditori chiedono politiche incentrate sull’impresa per tornare a crescere. Emblematicamente, lo fanno contestualmente non solo all’ennesima crisi politica, ma anche quando per la prima volta dal 2011, ovvero dallo scoppio della crisi del debito, il pil trimestrale torna positivo, pur marginalmente (+0,1% nell’ultimo trimestre 2013). Dunque, per riassumere: l’occasione della ripresa è concreta, i dati congiunturali volgono al sereno, le tensioni sullo spread si sono esaurite, l’Europa tutta è rivolta verso una nuova stagione di crescita, anche lasciandosi alle spalle le politiche di austerity che proprio benissimo non hanno funzionato. Quindi, dicono le imprese, non sprechiamola questa occasione: l’Italia ha una forte vocazione industriale che è il momento di valorizzare. Vedremo se e come risponderà  la politica. Nel frattempo, Confindustria ha messo in piedi un sito, dedicato a ripresa e impresa (clicca qui), aperto a tutti i contributi degli imprenditori, che partecipano caricando video di 30 secondi. La marcia digitale dei 40mila, l’ha ribattezzata Giorgio Squinzi.