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Donne ai vertici d’impresa, vincono le PMI

di Barbara Weisz

Pubblicato 29 Febbraio 2016
Aggiornato 7 Luglio 2016 10:08

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Gender gap ai vertici delle imprese italiane, soprattutto nella Capitale. La speciale classifica delle aziende woman friendly e la fotografia in Italia per dimensione, settore e città.

Milano, Roma, Torino, Napoli: nessuna delle grandi metropoli italiane compare nella top ten della classifica sulle imprese con la maggior concentrazione di donne in CdA o al vertice, anzi la Capitale risulta fra le province meno woman friendly per quanto riguarda le alte posizioni dirigenziali (amministratore delegato, presidente, vice presidente, membro del consiglio di amministrazione o di altri organi sociali). I risultati si ottengono applicando l’algoritmo di ATOKA, motore di ricerca specializzato in aziende italiano della startup SpazioDati.

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La ricerca ha preso in considerazione i dati di oltre 1 milione di aziende italiane. Le città italiane con il maggior numero di donne in cda sono Bologna, Biella, Siena e Savona, in cui il 36% delle aziende ha almeno una donna al top. Seguono, con un risultato molto simile (35%), Lecco, Savona, Cuneo, Terni, Arezzo, e con il 34% Asti, Prato, Grosseto, Alessandria, Novara, Torino, Perugia, Livorno, Varese, Ancona e Modena. A Firenze, il management al femminile è presente in azienda nel 33% dei casi.

Come si vede, si tratta molto spesso di città del centro Italia. Manca, però, Roma, che invece con il 27% di donne in cda si colloca in coda alla classifica, in un gruppo dove in media sono più numerose le città meridionali. Le ultime dieci: Vibo Valentia, Foggia, Caserta, Crotone, Cosenza, Bari, Catanzaro, Reggio Calabria, Salerno, Potenza, tutte con percentuali fra il 14% e il 26%.

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La forbice fra i due estremi (il 36% delle città sul podio e il 24% del fondo classifica), è molto piccola. Il panorama che emerge vede in pratica una bassa percentuale di donne al vertice in tutto il paese, con una percentuale che la massimo raggiunge un terzo dell’alta dirigenza aziendale. La presenza di donne in cda scende con il crescere delle dimensioni aziendali: il numero di imprese italiane con un amministratore delegato unico donna è al 20%, con socio unico donna al 25%, quello con una presidente del consiglio di amministrazione donna il 16%. Sale invece al 46% la percentuale di imprese in cui c’è almeno una donna in Cda. In generale, il maggio numero di donne al comando si trova nelle micro aziende.

Infine, uno sguardo ai settori: le donne fanno più facilmente in carriera nell’istruzione, negli istituti di bellezza, nell’assistenza sociale, mentre viceversa sono meno numerosi nel comparto elettrico, software, ingegneria, commercio all’ingrosso. Michele Barbera, Ceo di SpazioDati, commenta:

«secondo il Global Gender gap index, che misura la distanza fra uomini e donne in quattro settori chiave (economia, istruzione, politica e salute), l’Italia è al 41esimo posto quanto a parità (fra i peggiori d’Europa, ndr)».