La certificazione del credito è la chiave per la compensazione delle fatture alla PA non incassate con le cartelle esattoriali pendenti. Il comma 7 bis dell’articolo 12 del Decreto Destinazione Italia ha semplificato la procedura per compensare i crediti di imprese e professionisti nei confronti della Pubblica Amministrazione.
=> Compensazione crediti e debiti fiscali: la procedura
La certificazione del credito
Per scomputare le cartelle esattoriali pendenti con le somme fatturate alle Pubbliche Amministrazioni è necessario che i crediti siano certificati. Per fare questo occorre avvalersi della piattaforma telematica accessibile dal sito certificazionecrediti.mef.gov.it.
La procedura pervede l’inserimento – da parte dei fornitori dello Stato, degli Enti Pubblici nazionali, delle Regioni, delle Province Autonome di Trento e Bolzano, degli enti locali e degli enti del Servizio Sanitario Nazionale – di tutte le informazioni relative alle fatture e dei provvedimenti che hanno autorizzato l’ente a commissionarle. Dopo aver accertato l’effettiva consistenza del debito, la Pubblica amministrazione rilascerà certificazione del credito.
=> Rilascio DURC con la Certificazione del credito
La certificazione potrà avvenire per i crediti derivanti da somministrazioni, prestazioni professionali, forniture e appalti. Dovranno, inoltre, essere non prescritti, certi, liquidi ed esigibili.
Una volta certificati i crediti la società potrà scegliere se compensare l’importo con tributi erariali, regionali e locali, contributi assistenziali e previdenziali, premi per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali nonché le altre imposte la cui riscossione è affidata all’agente della riscossione oppure richiedere a banche o istituti di credito un anticipo sulle fatture ovvero effettuare una cessione con la formula pro soluto o pro solvendo.