Made in Italy: i numeri della contraffazione alimentare

di Barbara Weisz

Pubblicato 27 Febbraio 2014
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:38

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Il Made in Italy fa perdere all’Italia 60 miliardi di euro l’anno di fatturato: sono i dati forniti da Coldiretti a Fieragricola, per sensibilizzare consumatori e buyer internazionali sulla agropirateria internazionale e sui casi più eclatanti di prodotti contraffatti.

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Il più copiato è il Parmigiano Reggiano, di cui non solo esistono imitazioni in tutti i contenenti (dal Parmesan in USA, Asia e Australia al Parmesao brasiliano, al regianito argentino, al Péamesello in Belgio), ma addirittura un kit per un falso parmigiano fai da te: un miscuglio di polveri e ingredienti con i quali si ottiene un’imitazione (che proprio perfetta non sarà ) del più noto fra i marchi caseari italiani.

La falsificazione alimentare si concentra in particolare su formaggi (pecorino friulano prodotto in Canada, gorgonzola sauce tedesca), vini (kit per la produzione del Vapolicella, Chianti americano, Barbera rumeno, che fra l’altro è un vino bianco), salumi (Salame Milano brasiliano, mortadella siciliana rumena, prosciutto cotto Villa Gusto tedesco), ma anche l’olio, la passata di pomodoro, ricette che sanno di Made in Italy come la Polenta croata.

Coldiretti denuncia da una parte la perdita di fatturato per il Made in Italy italiano in un momento in cui la crisi dei consumi interni spinge molte aziende (si pensi al vino) a puntare sui mercati internazionali, dall’altra sottolinea la necessità  di specifici accordi WTO (organizzazione mondiale del commercio) a protezione delle denominazioni protette dai falsi e chiede che si estenda a tutta l’Europa un obbligo analogo a quello presente in Italia di indicare in etichetta l’origine dei prodotti.

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Secondo i dati forniti a Fieragricola, si parla di un settore che in Italia, dalla terra alla tavola, vale 250 miliardi di euro, ai quali bisogna aggiungere gli 8 miliardi circa della meccanica agricola. Le politiche anche delle istituzioni e delle organizzazioni imprenditoriali di settore a favore del Made in Italy hanno visto recentemente una serie di iniziative, come quelle legate ai nuovi canali di Google dedicati proprio alle classiche produzioni alimentari e artigianali italiane, con la collaborazione del ministero delle Politiche Agricole e di Unioncamere, che mette a disposizione 20 borse di studio per giovani digitalizzatori, interessati ad affiancare per sei mesi le PMI che vogliono iniziare a puntare su internet e sul digitale (in arrivo, i bandi del ministero). Da ricordare anche il collegato alla Legge Stabilità  approvato il 31 gennaio 2014 in Cdm che prevede, fra le altre cose, un marchio per il Made in Italy agroalimentare, che contribuirà  a rendere più semplice per i consumatori di tutto il mondo il riconoscimento dei prodotti autenticamente italiani. In generale, il 2014 si preannuncia come un anno ricco di inziative in questo senso, anche in vista di Expo 2015, dedicato a “Nutrire il pianeta, energia per la vita“, i cui temi centrali sono quindi fortemente legati all’agricoltura e al territorio.