Sul podio delle frodi fiscali più frequenti troviamo i reati digitali, ma in classica spiccano anche quelli commessi da professionisti disonesti, evasione internazionale, indebita fruizione di detrazioni e in generale irregolarità in dichiarazione dei redditi per ottenere benefici fiscali.Vediamo nel dettaglio la cosiddetta “sporca dozzina” compilata dall’IRS(Internal Revenue Service, ossia il Fisco statunitense) per mettere in guardia i contribuenti, ma si tratta di comportamenti diffusi anche in Italia e nel resto del mondo.
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Il reato più frequente è il furto d’identità, soprattutto a ridosso delle scadenze fiscali, appropriandosi del numero di previdenza sociale (una sorta di codice fiscale) delle vittime. Seguono le truffe telefoniche e il phishing, (email fraudolente) finalizzati al furto di dati personali, sempre allo scopo di commettere reati fiscali.
Il Fisco a stelle e strisce mette poi in guardia contro i professionisti disonesti (che spesso aprono attività in concomitanza con la stagione fiscale con l’unico scopo di frodare i clienti), le false organizzazioni di beneficenza o i risarcimenti fittizi. In classifica anche reati più “tradizionali”, che non vengono commessi da terze parti ma dal contribuente stesso per evadere le tasse: capitali offshore, diverse forme di dichiarazioni fiscali irregolari (entrate gonfiate o viceversa sottostimate) con il preciso scopo di ottenere indebitamente vantaggi fiscali (detrazioni, credito d’imposta).
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E’ il secondo anno che il fisco americano mette a punto questo elenco di reati, con il preciso obiettivo di mettere in guardia i contribuenti dai comportamenti illegali: nella stagione fiscale in corso, l’IRS ha già rilevato un’impennata del 400% di false mail e siti web, classici fenomeni di phishing e varie tecniche per arrivare al furto d’identità.
Fonti: IRS