Quella fra virus e antivirus è una battaglia campale che si combatte a colpi di aggiornamenti: ogni giorno vengono infatti diffusi in Rete decine di nuovi virus pronti ad attaccare i pc di consumer e aziende in modi sempre diversi con l’obiettivo di carpire informazioni importanti (accessi bancari, anagrafica varia, codice fiscale, albo fornitori e via dicendo). Per questo motivo i software di sicurezza, diventati ormai indispensabili, sono costretti a continui aggiornamenti e affinamenti per prevenire e prevedere ogni possibile minaccia. Ma i pirati informatici non si lasciano intimorire, e stanno inventando nuove tecniche per fare danni.
Uno dei metodi più diffusi di recente, per cercare di aggirare le misure di sicurezza poste a difesa dei pc, pare sia andare direttamente alla fonte: colpire l’antivirus stesso. Gli odierni malware cercano infatti di individuare e compromettere le funzioni base dei programmi più diffusi, limitandone di molto l’efficacia protettiva e lasciando campo libero per tutti i tipi di virus.
Tecnica già ora molto diffusa, ma il cui utilizzo – secondo una ricerca condotta dalla analista di Kaspersky Lab, Alisa Shevchenko – è destinato ad aumentare nel prossimo futuro. «Questi meccanismi di autodifesa sono spesso l’unica soluzione per i creatori di virus, visto che creano diversi svantaggi dal punto di vista della massimizzazione della difesa dagli antivirus», ha dichiarato l’analista.
Non solo: secondo la Shevchenko, nei prossimi mesi la lotta ai virus potrebbe diventare ancora più complessa. I nuovi malware saranno infatti in grado di bloccare e rendere inutilizzabili file sul disco fisso, compromettendo del tutto l’utilizzo del pc. Una tecnica pericolosamente distruttiva che i cracker stanno testando, e che potrebbe essere introdotta nei prossimi mesi. Costringendo le case produttrici di antivirus a inventare altri strumenti di difesa per fermarla.