Riforma Banche: il nuovo Credito Cooperativo

di Barbara Weisz

12 Febbraio 2016 14:39

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Decreto di riforma delle Banche di Credito Cooperativo: nuove regole su governance e patrimonializzazione, recepimento accordo UE sui crediti in sofferenza.

Dopo la riforma delle Banche Popolari è la volta del Credito Cooperativo: il Governo ha approvato un decreto legge per le BCC, che rafforza il sistema con nuovi obblighi di governance e patrimonializzazione. Nel provvedimento, approvato in Consiglio dei Ministri l’11 febbraio, confluisce anche il recepimento dell’accordo Italia-UE sulle cartolarizzazioni dei crediti in sofferenza delle banche. Obiettivo generale: proseguire l’opera di:

«ristrutturazione del sistema bancario italiano con l’obiettivo di rafforzarlo, renderlo più resistente agli shock, mettere gli istituti nelle condizioni di finanziare adeguatamente l’economia reale e quindi favorire la crescita e l’occupazione».

=> Garanzia sui crediti bancari: accordo UE

Per le Banche di Credito Cooperativo, il Governo punta a mantenere il legame con il territorio ma superando le criticità dell’attuale disciplina: eccessiva esposizione all’andamento economico locale, assetti organizzativi e dimensione ridotta.La nuova norma prevede l’obbligo per le BCC di avere come capogruppo una Spa con almeno 1 miliardo di euro di patrimonializzazione. L’adesione a un gruppo è infatti necessaria per l’esercizio dell’attività; l’alternativa è vantare almeno 200 milioni di euro di riserve (su cui grava un’imposta straordinaria del 20%), ma in questo caso si perde lo status di “credito cooperativo” diventando SpaAl momento, i soggetti in Italia con tali caratteristiche sono decina e, secondo anticipazioni ANSA, quattro o cinque non intenderebbero aderire a un super-gruppo. Viste le stringenti condizioni alternative, l’unica possibilità che resta sarebbe la liquidazione.

Nuovo modello

La capogruppo svolge attività di direzione e coordinamento in base ad accordi (“contratti di coesione“) che ne regolamentano i poteri, più o meno stringenti a seconda del grado di rischiosità della banca in base a parametri oggettivi. Le BBC che fanno parte del gruppo detengono la maggioranza del capitale, mentre la parte restante può essere di proprietà di soggetti terzi omologhi (gruppi cooperativi bancari europei, fondazioni) o destinato alla quotazione in Borsa. La capogruppo può inoltre sottoscrivere azioni di finanziamento (di cui all’articolo 2526 del codice civile) per contribuire al rafforzamento patrimoniale delle BCC, anche in situazioni diverse dall’inadeguatezza patrimoniale o dall’amministrazione straordinaria.

Disposizioni transitorie

La banca che assume il ruolo di capogruppo ne trasmette comunicazione alla Banca d’Italia entro 18 mesi dall’entrata in vigore delle disposizioni attuative dello stesso istituto centrale. Il contratto di coesione è stipulato entro 90 giorni dalla conclusione degli accertamenti di Banca d’Italia e sono previsti 60 mesi dall’entrata in vigore della legge per l’adeguamento da parte delle BCC al nuovo numero minimo di soci (la soglia è stata alzata).

Cartolarizzazioni

Nel decreto c’è anche il recepimento dell’intesa tra ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e commissario europeo alla Concorrenza Margrethe Vestager, che esclude l’ipotesi di una bad bank pubblica ma introduce nuove possibilità di cartolarizzare i crediti deteriorati, con una garanzia pubblica che copre solo la parte meno rischiosa dell’operazione (la tranche senior, con priorità di rimborso). Una nuova misura per il recupero crediti agevola la vendita di immobili in esito a procedure esecutive, con una riduzione dell’imposta di registro, non più al 9% del valore di assegnazione ma in misura fissa di 200 euro (a condizione che l’immobile sia rivenduto nei due anni successivi).

=> Legge di Stabilità: misura Salva Risparmiatori

Nessuna novità, invece, sul fronte del Salva Risparmiatori: il Premier ha spiegato che la norma esiste già, inserita in Legge di Stabilità, sull’indennizzo tramite arbitrato per gli obbligazionisti subordinati delle quattro banche coinvolte nel salvataggio di fine 2015 (Banca Etruria, nel frattempo dichiarata insolvente dal tribunale di Arezzo; Banca Marche; CariFe; CariChieti) e che le ulteriori misure (criteri per gli indennizzi) saranno inserite nei decreti attuativi, «sono sostanzialmente pronti e presentati nei prossimi giorni».