I lavoratori del settore privato si ammalano meno frequentemente dei dipendenti pubblici, però stanno a casa per un numero maggiore di giorni: è il risultato di un’analisi della CGIA Mestre sulle assenze per malattia nel mondo del lavoro in Italia. Il dato generale è il seguente: i dipendenti del privato mediamente nel 2014 sono stati a casa almeno una volta per malattia nel 35% dei casi, contro il 55% dei colleghi del settore pubblico. Significa un lavoratore su tre nel privato e uno su due nel pubblico. Però la durata media dell’assenza per malattia di un lavoratore del privato è di 19 giorni, contro i 17,9 del pubblico.
=> Osservatorio INPS sulle assenze per malattia
In totale, i giorni di malattia nel privato sono più del doppio rispetto a quelli del settore pubblico, 77.195.793 contro 31.525.329, così come gli eventi di malattia, 8.523.249 contro 4.869.303. I numeri assoluti del settore sono più alti perché il numero dei dipendenti del privato è più alto di quello dei lavoratori del settore pubblico, ma come detto in percentuale si ammalano più frequentemente i dipendenti pubblici.
=> Visite fiscali INPS per malattia dipendenti
Questo dato si riflette anche nell’analisi del numero di giorni di assenza per ogni malattia: i dipendenti del settore pubblico stanno più frequentemente a casa per malattie che durano uno o due giorni, mentre nel privato sono più frequenti i casi di malattie più lunghe. Ecco la tabella:
Numero giorni di malattia | settore privato | settore pubblico |
1 giorno | 12,3% | 27,1% |
2-3 giorni | 31,7% | 36,2% |
4-5 giorni | 22,8% | 17,4% |
da 6 a 10 giorni | 14,4% | 8,3% |
da 11 a 15 giorni | 6,2% | 3,6% |
da 16 a 20 giorni | 3,3% | 1,9% |
da 21 a 30 giorni | 3,5% | 1,8% |
da 31 a 60 giorni | 3,8% | 2,1% |
da 61 a 90 giorni | 1,1% | 0,7% |
da 91 a 180 giorni | 0,8% | 0,6% |
più di 180 giorni | 0,2% | 0,2% |
Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio Studi della CGIA, ci tiene a sottolineare che «queste cifre vanno interpretate con grande attenzione» senza «strumentalizzare i risultati», mettendo «gli uni contro gli altri, ad esempio gli autonomi contro i dipendenti pubblici. Al netto dei casi limite che, a quanto sembra, si concentrano in particolar modo in alcune aree del Paese, anche il pubblico impiego può contare su un alto livello di professionalità e di correttezza dei propri dipendenti. Nella sanità, nella scuola e tra le forze dell’ordine, ad esempio, possiamo contare su del personale che ci viene invidiato dal resto d’Europa. Detto ciò, è doveroso colpire con maggiore determinazione chi non fa il proprio dovere, vale a dire coloro che, assentandosi ingiustificatamente, recano un danno all’ente per cui lavorano, ai propri colleghi e, più in generale, a tutti i contribuenti».
Una precisazione utile, che si inserisce fra l’altro nel dibattito, acceso, sul decreto del Governo in arrivo sui “fannulloni”, o “furbetti del cartellino”, con la possibilità di un licenziamento lampo in 48 ore nella pubblica amministrazione. Si tratta di un caso diverso, il Governo si sta muovendo dopo una serie di scandali, primo fra tutti quello del Comune di Sanremo, dove c’è stata un’inchiesta (chiamata, emblematicamente, Stakanov), sui dipendenti che timbravano senza poi presentarsi al lavoro, e dove ci sono appena stati quattro licenziamenti.
Ma torniamo all’indagine della Cgia sulla malattia. Nei tre anni dal 2012 al 2014 il numero di eventi di malattia nel settore privato è diminuito del 4,1%, nel pubblico, invece, è aumentato dell’8,8%. L’analisi per regione è emblematica: sul podio, per l’incremento dei giorni totali di malattia nel triennio in esame nel settore pubblico, Campania (+15,1%), Molise (+14%), Abruzzo (+12,9%). Sopra la media nazionale (come detto +8,8%) anche Lazio, Sardegna, Basilicata, Umbria, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Piemonte, Val d’Aosta. Le Regioni più virtuose, Lombardia, +4%, Trentino Alto Adige, +3,8%, Calabria, +3,7%.
Nel privato, invece, succede il contrario, ovvero i giorni di malattia sono diminuiti nel triennio 2012-2014. La Regione con la flessione più marcata è il Molise, -10,7%, seguita dalle Marche, -8,2%, e dalla Sicilia, -8%. L’unica eccezione è rappresentata dalla Puglia, dove anche fra i dipendenti del privati c’è stato un aumento dei giorni di malattia, +2,3%.