Il 30% delle PMI in Italia ha licenziato. È l’amara realtà registrata da una recente indagine svolta dall’Adnkronos. La crisi colpisce duramente il tessuto produttivo e la disoccupazione cresce soprattutto tra i più giovani. I dati dell’Istat sono impietosi segnalando un mercato del lavoro in continua regressione. Anche tra le PMI i dipendenti più giovani sono i primi ad essere sacrificati quando le cose vanno male. Oltre la metà dei licenziati, secondo la ricerca Adnkronos, sono lavoratori al di sotto dei 30 anni.
In particolare, le aziende a conduzione familiare, e più in generale quelle fino a venti addetti, hanno attuato una riduzione dell’organico a scapito degli ultimi assunti.
La causa principale che induce le aziende a licenziare è l’alto costo del lavoro. Così dice il 70% delle imprese che hanno ridotto il numero dei propri dipendenti. Un altro aspetto preoccupante segnalato dalla ricerca di Adnkronos è quello legato al lavoro nero. Il 40% delle PMI interpellate ammette di aver fatto ricorso, nel corso dell’ultimo anno, a prestazioni di lavoro non regolari; altrettante aziende ritengono che possano essere costrette a farne uso nel prossimo anno. Cosa si attende per il futuro? Meno licenziamenti. Se vi consola, scenderà del 20% la quota di piccole e medie imprese che pensa di dover ricorrere a tagli del proprio personale.
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